Il Cagliari tenta di rialzarsi e si prepara per il mercato

Dopo la fine anticipata del sogno zemaniano con le immancabili spruzzate di veleno che arrivano da parte di una tifoseria sempre più disorientata, la società ha appena annunciato Gianfranco Zola, nuovo allenatore e si appresta a varare un maquillage piuttosto corposo tramite partenze e nuovi arrivi a gennaio
Vincenzo Sardu
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Cagliari - E' strana l'atmosfera che si respira in città. Magari sarà una impressione che somatizza quel senso di scontento che come un blob si diffonde sempre più in una realtà sociale alle prese con problemi tali da aver bisogno di un torpore confortevole, che allevia la mente dai pensieri più cupi. Fame, disoccupazione, miseria. Ci sono cose che si somigliano in ogni parte del mondo, qui a Cagliari c'è di sicuro una fantastica dignità che porta le persone a lamentarsi, ancora senza alzare la voce, quando proprio non ce la fanno più e quando il difetto a loro imposto è tale che altrove avrebbe già scatenato diverse reazioni. Il calcio non si estranea: fa nascere i partiti dei pro e dei contro, degli zemaniani a oltranza e di quelli che aspettavano soltanto quanto accaduto per far saltare i tappi dello spumante. In questo a di nuovo rispetto al resto del mondo, ma a Cagliari c'è uno strano retrogusto in tutte le cose, anche in quelle calcistiche. E nel caso specifico è come se tutti, senza distinzione, avvertissero i patemi attuali come una ennesima puntata di una saga che ha come filone conduttore l'impossibilità di essere felici nel nome del pallone.

 

Il problema, per Tommaso Giulini, è di sicuro più immediato. Non può avere soluzione con una collettiva seduta di psicologia calcistica, i pasticci nei quali il Cagliari si è infilato vanno risolti subito e il fatto di arrivare alla finestra di mercato di gennaio è la chiave attraverso la quale o tutto si aggiusta o tutto si rompe definitivamente perché non tutelare la serie A nel primo anno di esperienza societaria sarebbe una zappata esiziale sull'intera avventura.

 

Mercato e allenatore, quindi. Gianfranco Zola è stato appena ufficializzato nuovo allenatore del Cagliari. La scelta è ricaduta su di lui, e non soltanto perché alcune alternative per la panchina si sono chiamate fuori. Con Edy Reja e Walter Zenga neanche si è affrontato il discorso, la classica chiacchierata per sondare la disponibilità ha manifestato immediatamente scogli insormontabili, dunque immancabili ringraziamenti e vicendevoli auguri di buona fortuna. Zola ha un senso in più, ne ha due anzi e, si spera, potrebbe averne tre. E' sardo, sardissimo, molto attaccato alla maglia come la stragrande maggioranza dei suoi conterranei. Può vivere quindi questo angolo di motivazione mettendolo al servizio dell'impresa sapendo per questo di poter arrivare a uno step più alto. Può correggere tatticamente i difetti manifestati dalla squadra perché meno integralista del boemo ed esserlo meno, sia chiaro, non significa che non ha concetti tattici rigorosi. Ma, per esempio, i due o i tre di attacco potranno anche essere i killer d'area, le torri, gli attaccanti potenti che il calcio di Zeman non concepisce. Cosa che, se ponderata con attenzione, potrebbe far lievitare il gioco offensivo per arrivare ai risultati non perseguiti purtroppo con l'ex tecnico.

 

Stessa cosa dicasi per la difesa, che non ha bisogno soltanto di correttivi tattici ma anche di mercato e da qui si comincia. Da un portiere esperto, che possa far da chioccia ma dando l'esempio in campo, a uno dei due giovani tuttora in carica e che entrambi non vanno giubilati. Serve un pizzico di mestiere anche fra i centrali difensivi, almeno a livello di aiuto dalla panchina, perché nel complesso la batteria non è sufficiente. A centrocampo la mancanza di un interno capace di fare le due fasi ha penalizzato oltre ogni ragionevole tolleranza il lavoro di reparto e di squadra. Il bisogno di arrivarci non cambia se la linea sarà schierata a quattro. E in attacco già detto. Tre di sicuro, forse quattro rinforzi più il portiere: è un bel lavoro, che in queste ore Giulini sta mettendo a punto con il nuovo tecnico. Il quale da subito dovrà prendere in mano le redini della squadra, mentre il lavoro di mercato dovrà svilupparsi in un arco di tempo maggiore anche se i bisogni del Cagliari sono tali e tanti da richiedere azioni rapide, per quanto possibile.

 

La faccenda impone quindi la capacità di spesa. Giulini è in grado di ottemperare a queste urgenze da sé, ma il compimento di alcuni affari può aiutarlo. Risponde al vero che oltre Manica almeno due club hanno bussato al Cagliari per mettere le mani sul cinquanta per cento del cartellino di Radja Nainggolan. Un club di Manchester e i Reds di Anfield Road: valutazione complessiva intorno ai 50 milioni. Il Cagliari ne avrebbe subito almeno 15-18 per la sua metà dopo di che la faccenda aprirebbe la sfida con la Roma per il controllo della restante parte. Pari allo zero, la disponibilità isolana di abbinare in un pacco regalo anche il cartellino di Astori: il Cagliari lo vuole valutare con realismo e non come un cadeau per addolcire una pillola costosa sul belga. In caso di mancato accordo, non essendo stato pattuito alcun impegno per il riscatto del cartellino del centrale difensivo la scorsa estate, il Cagliari se lo riprenderà consapevole, probabilmente, di interessi britannici anche nel suo caso. A quanto pare quindi il club isolano intende che gli accordi per i due con la Roma o si fanno subito e non a condizioni di ribasso oppure avranno altro mercato. Ciò aiuterà il Cagliari a mettere insieme le risorse necessarie a correggere gli errori commessi, in buona fede si intende, fra giugno e luglio. Sperando che basti a far passare lo spavento.


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