Osvaldo contro l'Huracàn: «Se segno non esulto»

Domenica il Boca gioca sul campo dell'Huracan, la squadra in cui Osvaldo debuttò in Primera nel 2005. E lui ha avuto parole di nostalgia e gratitudine verso la sua ex squadra.
Osvaldo contro l'Huracàn: «Se segno non esulto»© Ansa
Pietro Cabras
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«Se segno non esulto» promette Daniel Osvaldo, mutuando in un colpo solo una delle espressioni più abusate del calcio moderno e una delle abitudini più sballate. Ma lo vedete Osvaldo che non festeggia un gol? Tant'è, domenica di fatto Dani ritornerà sul terreno che lo vide debuttare in Primera, dieci anni fa: era il 2005 quando con la maglia dell'Huracan il giovane attaccante che il club aveva preso, ancora tredicenne, dal Banfield esordiva tra i grandi segnando 11 gol in trentatré gare e meritandosi, a fine stagione, la chiamata dell'Italia, nello specifico dell'Atalanta. «Sarà una grande emozione tornare a Parque Patricios - il barrio di Buenos Aires dove è nato e dove gioca l'Huracan - affrontare il club che mi ha permesso di cominciare a giocare e arrivare dove sono adesso. Non dimenticherò mai quegli anni, è una parentesi che porto nel mio cuore. Spero di vivere una domenica felice, che sia un bel momento» ha detto a una radio argentina, alla fine della settimana delle polemiche per il suo gesto a Leandro Desabato, a cui ha "offerto il pasto" raccogliendo alcuni fili d'erba, dandogli insomma dell'asino. Dall'interno, in casa Boca, vivono e respirano il suo entusiasmo e la sua carica, anche se il compagno Gino Peruzzi, l'ex Catania, ha riconosciuto sorridendo: «A noi fa divertire, Dani, ma da avversario lo vorresti ammazzare...». Osvaldo, di sicuro tra le figure più importanti delle prime giornate del campionato argentino, dribbla le domande sul suo futuro, nelle mani del Southampton che ne detiene il cartellino. «Voglio godermi questi istanti. So solo che se fallissi al Boca, sarebbe una pugnalata al cuore». Appuntamento a fine giugno, quando scadrà il prestito. Ma c'è tempo, ha ragione lui, e tanti gol ancora da segnare. 


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