Conte: «Juve, che sorpresa. Scommesse? Non mi dimetto»

Dopo oltre due mesi torna a parlare il ct della Nazionale. E dice tutto
Andrea Santoni
7 min

FIRENZE - Due mesi di silenzio. Ma oggi Antonio Conte ha detto proprio tutto, nella sua intervista di inizio raduno,in vista di Croazia-Italia, senza reticenza, tra Juve, inchiesta di Cremona, futuro. Partendo da Pirlo: «Mi auguro che Andrea voglia continuare; a me non ha comunicato niente né ancora ci ho parlato; conoscendolo però so che ha ancora la passione di un ragazzino; non credo che Andrea possa pensare di lasciare la Nazionale e andare via dall’Italia. E’ un mio parere. Per carisma ed esperineza con me sarà tenuto sempre in considerazione».

Conte, la preoccupano le condizioni psicofisiche degli Juventini? Barzagli (e Zaza) sono già tornati a casa...

«Beh, dovrò stare molto attento, io con lo staff, per capire e valutare bene la situazione. Barzagli è arrivato col problema che lo aveva tenuto in forse prima della finale. Marchisio è stato sottoposto a un esame strumentale che ha rivelato un affaticamento; oggi starà a riposo e domani sarà a disposizione; poi da qui a venerdì vedremo. Io mi auguro che la Nazionale faccia da corroborante».

Ha sentito le parole di Agnelli a Torino? Ha parlato di successo stagionale di Juve, Napoli e Fiorentina, non del sistema Italia

«Non voglio entrare nelle discussioni di...sistema. Certo è che Juve, Napoli Fiorentina, ma anche Torino hanno fatto un’ottima annata in Europa. Diciamo che il calcio italiano a lungo bistrattato era uscito di scena; mi auguro che questi siano un punto di partenza per tornare a un certo livello».

Dica la verità, la Juve ha sorpreso anche lei. Se avesse avuto il colpo del ko...

«La Juve ha fatto una grandissima stagione. Inevitabile che, quando arrivi a giocare una finale, piccole cose possono cambiare e spostare l’equilibrio del match: e dopo l’1-1 ci sono state situazioni che avrebbero potuto pesare a favore dei bianconeri. Ma la Juve ha dimostrato di poter competere con tutti e di essere tornata grande. Da parte mia non ho mai sottovalutato la sua forza: sapevo benissimo il materiale umano, i dirigenti, la proprietà che ci sono a Torino. Detto questo la sua stagione ha sorpresa anche me. Pensavo che per arrivare alla finale ci avrebbe impiegato due-tre anni, invece ha accorciato i tempi. Merito di tutti loro, da Allegri alla proprietà. Mi auguro da ct che sia la partenza per tutti i club italiani».

Parliamo invece del suo futuro. Lei resta, va, quanto pesa l’inchiesta di Cremona...

«Periodicamente vengono fuori alcune cose; eravamo in Federazione e ho detto che avrei portato alla fine il mio mandato di due anni; non devo ripeterlo ogni due mesi... Questa è una sfida difficile ma sono contento di essere qui».

Eppure è stato accostato a tante squadre...

«Eppure, dico io, mai mi ha sfiorato l’idea di abbandonare la Nazionale; io ho scelto, ho deciso, rimarrò fino alla fine, supportato dalla Federazione».

Certo, Cremona pesa: ma quanto?

«E’ una situazione molto ma molto dolorosa; ho avuto anche una perquisizione a casa, a inizio incubo. Sono 4 anni che va avanti, mi auguro che quanto prima si possa chiarire tutto; anche se so che se entri in certi meccanismi non è facile uscirne; ma ripeto, spero finisca presto»

Ma se lei rimanere ulteriormente coinvolto? Andrebbe via?

«I miei avvocati si sono espressi nei giorni scorsi; si tratta di una situazione molto molto dolorosa; vedo la mia faccia in tv ogni volta che esce qualcosa da Cremona... Un giorno qualcuno mi dovrà dare spiegazioni, prima o poi».

Magari, nella peggiore delle ipotesi, lei potrebbe sfruttare una brutta situazione per compattare la squadra: in passato è accaduto...

«Non mi piacciono certi stimoli... sono dolorosi; comunque Tavecchio è stato chiaro. Io eventualmente penserò a lavorare duramente e fare bene in Francia».

Lei si sente usato dalla Procura di Cremona?

«Ognuno è libero di pensare quello che vuole».

Lei recentemente ha incontrato il Presidente Mattarella: «Caro Conte, siamo nelle sue mani» le ha detto al Quirinale

«Mi hanno fatto piacere le sue parole, mi hanno responsabilizzato, e lo ringrazio»

Passiamo oltre. Come giudica il lavoro dei suoi colleghi e i cambi che si profilano?

«Cambiare è positivo, porta freschezza nell’ambiente, e negativo perché si interrompe un progetto. Tanti colleghi hanno fatto benissimo: Allegri su tutti. Eppoi Sarri, il suo è un campionato sopra le righe: tutti davano l’Empoli per spacciato (con la stessa rosa della B). Uguale discorso per il Palermo. Poi mi è piaciuto il Genoa di Gasperini, e la Samp ha fatto bene».

Cosa pensa dei casi Garcia e Montella? La loro richiesta di rinforzi ricorda un po’ quello che accadde a lei un anno fa...

«Certi paragoni sono semplicistici. Io sono arrivato a una conclusione, dopo averci riflettuto. Diciamo che ogni allenatore è chiamato da società e tifosi a essere garante dei risultati, ed è legato ai risultati. Non mi sorprende dunque che Garcia e Montella abbiano chiesto chiarezza, anche se, quando certe cose diventano mediatiche, anche una virgola può cambiare il senso di un pensieri. Ma hanno diritto alla chiarezza».

Conte, lei sente già profumo d’Europeo.

«Dobbiamo conquistarlo, l’Europeo, e essere bravi a conquistarlo. La Croazia è forte, ci ha messo in difficoltà a Milano, stiamo lavorando per fare una grande partita».

Lei come arriva a questa sfida?

«Non è importante come ci arrivo io ma come ci arriva la squadra; a fine stagione è dura, mi ricordo quando venivo io a Coverciano. Veniamo da tre giorni di stage belli, intensi, mi è piaciuto il lavoro svolto. Mi spiace per chi ho lasciato a casa. Ma è un bene giocare contro una squadra forte, ci terrà con le antenne dritte. Sarebbe stato peggio affronatare una piccola squadra».

Lei spera di avere altri stage in futuro?

«Bisogna vedere... Dopo un anno di esperienza e considerazione so che è difficile pensare ora a eventuali stage, vedremo quello che capiterà. Spero che le nostre sie impegnate fino alla fine nelle coppe».

Lei sta lavorando a un’Italia con un modulo diverso dal 3-5-2: si va verso il 4-3-3.

«E’ una scelta indipendente dalla Croazia: avevamo in mente certe variaizioni. Lo stage è stato importante. Penso a un sistema di gioco diverso, a cucire l’abito più adatto alla squadra. siamo come sarti noi allenatori. La base è il 3-5-2 (con tutti gli juventini a disposizione), poi preapro un altro paio di sistemi, tra cui certo il 4-3-3».

Un modolo che potrebbe fare bene a molti dei suoi azzurri, come El Shaarawy

«E’ vero, ci sono altri nel ruolo, come Insigne, anche se non è qui, che mi spingono a questa scelta; abbiamo Sansone, Candreva, Gabbaidini, in futuro Berardi. E Stephan: da lui mi aspetto tanto, come da Candreva, specialista 4-3-3, mentre nel 3-5-2 ha dovuto fare qualche volta l’interno. Insomma, cerco soluzioni per sfruttare al meglio le caratteristiche dei singoli».


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