Buffon: «Ma la Croazia resta più avanti di noi»

Il capitano della Nazionale: «Pirlo non vuole lasciare»
Buffon: «Ma la Croazia resta più avanti di noi»© Getty Images
Alberto Polverosi
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SPALATO - Per Gigi Buffon sarà la partita numero 148. Salterà quella col Portogallo di martedì prossimo e arriverà a 150 nella prossima stagione.
  
Quanto è lontana oggi la Croazia dall’Italia?
«Loro sono un gruppo di 10-12 giocatori che da parecchio tempo giocano insieme e si conoscono, noi un po’ ci siamo rinnovati, abbiamo tanti ragazzi nuovi, è normale essere un po’ dietro rispetto a loro».
  
Cosa dirà a Rakitic?
«Farò i complimenti per il giocatore che è, per la carriera che sta facendo e per l’ultimo successo coronato con un gol in finale».
  
Quanto può incidere l’effetto benefico della Juventus sulla Nazionale?
«E' un qualcosa che può aiutare ogni singolo giocatore che può acquisire certezze e consapevolezza e di conseguenza anche la Nazionale. Mi fa molto piacere quando sento un ragazzo come Bonucci dire che non vuol vedere la medaglia d’argento, lo capisco e sono contento perché vuol dire che dentro di sé ha voglia di dimenticare. Io invece ho qualche anno di più e vado molto orgoglioso di quella medaglia, perché quando raggiungi un obiettivo così importante e non sei nemmeno il più forte vuol dire che è un grande risultato. Servirà guardarla per avere più veleno in futuro per affrontare una partita di quel livello o con la Nazionale o con il club».
  
Come stanno gli juventini?
«Stiamo abbastanza bene visto che l’ultima partita l’abbiamo disputata solo 5 giorni fa e a buoni livelli, giocando singolarmente una bella gara. C’è stata un po’ di amarezza, ma sono tutte scorie che nel giro di qualche giorno ti lasci alle spalle soprattutto quando hai la fortuna di avere una partita ravvicinata come questa».
  
Come compagno di Pirlo, come immagina il suo futuro? Può lasciare davvero la Nazionale?  
«Parlo quotidianamente con Andrea, ma non sono riuscito a percepire niente perché sono valutazioni che Andrea farà in tutta serenità per potersi preparare un futuro migliore e più adatto alle sue velleità, per rilanciare la sfida. E per queste cose ha bisogno di qualche giorno di meditazione».
 
All’andata lei ha commesso un errore sul gol di Perisic. Lo rimuove o le serve per dimostrare agli avversari che lei è un altro portiere?
«Non so come reagirò. Gli avversari mi conoscono abbastanza bene, come io conosco loro. Si sa che accadono certe cose, bisogna solo sapere se è casuale o una ricorrenza che accompagna un giocatore. Mi auguro che sia rimasto un caso sporadico, visto che sono passati 6 mesi. Sinceramente non me lo ricordavo, se non lo facevate voi...». 

Si giocherà senza pubblico: seggioline bianche e pallone bianco. Può essere un problema per lei? Si può confondere?
«Lo stesso colore tra pallone e seggiolini in effetti può creare qualche problema. Mi è già capitato, magari nell’allenamento di rifinitura prima della partita, quando ancora non c’è pubblico: il medesimo colore disturba, ma non voglio crearmi alibi, se dovesse accadere sarà colpa mia, non del pallone, né dei seggiolini».
  
Chi è l’attaccante più forte della Croazia?
«Oltre agli attaccanti ha altri giocatori dotati di un tiro molto potente anche da fuori area, giocatori che possono aspirare al gol, ma io sarò lì per fare il possibile per aiutare i miei compagni a vincere. Detto questo Mandzukic, Olic e Perisic sono i terminali offensivi della squadra e sono quelli che mi daranno dei grattaccapi» 

Lei ha già incontrato Subasic in Champions. E’ il suo idolo, lo sa?
«Viene da grandi stagioni e ha trovato una consacrazione europea col Monaco in Champions dove si è fatto apprezzare. Mi auguro che possa fare un’ottima prestazione, ma non di festeggiare. Se davvero sono il suo idolo, lo ringrazio».
 


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