Moviola in campo, si parte! È la più grande rivoluzione nel calcio

L'Italia è in prima fila. Figc scelta da Fifa e Ifab. Nel 2016-2017 primi test senza impatto sulle partite, poi l'arbitro deciderà grazie ai video
Moviola in campo, si parte! È la più grande rivoluzione nel calcio
Ettore Intorcia
9 min

ROMA - L’ultimo tabù del calcio era già caduto e l’Italia può dire di aver dato il suo contributo politico alla causa. Ora potrà darlo anche sul piano tecnologico e operativo perché la Figc è stata scelta da Ifab e Fifa per sperimentare, nei prossimi due anni, l’uso della moviola in campo. Si partirà subito, con la nuova stagione: un primo anno di test blindati, offline li chiama la Fifa, destinati a tarare il meccanismo soprattutto sul piano tecnico; un secondo di rodaggio autentico su un numero minimo di gare, nelle quali il direttore di gara potrà rivedere una decisione dubbia o prenderne una corretta grazie all’ausilio delle immagini tv e al “filtro” di un collega che non scenderà in campo ma sarà collocato davanti a un monitor.

LA SCELTA - L’Ifab, l’International Board che codifica e modifica le regole del gioco del calcio, aveva deciso di avviare la sperimentazione della tecnologia video - alla Fifa preferiscono questa definizione, più rassicurante, ma alla fine sempre di moviola in campo si tratta - nell’assemblea del 5 marzo. Poco più di un mese dopo - era lo scorso venerdì, 8 aprile - la Figc si è presentata a Londra per formalizzare una disponibilità alla sperimentazione già manifestata in tempi non sospetti dal presidente Tavecchio, che sul tema aveva scritto all’allora presidente Blatter.

La candidatura della Figc è stata accolta e ieri è arrivata l’ufficialità: i nostri campionati saranno il laboratorio in cui prenderà corpo la più grande rivoluzione nella storia di questo sport. Il presidente Tavecchio, volato ieri a Ginevra per impegni istituzionali, ha commentato: «Siamo stati tra i primi sostenitori dell’utilizzo della tecnologia in campo e riteniamo di avere tutti i requisiti per offrire il nostro contributo a questa importante sperimentazione. Nel rispetto della fluidità del gioco e della centralità dell’arbitro, anche nel calcio l’innovazione migliorerà tutto il sistema, come ha già dimostrato la positiva adozione della Goal line technology». Le altre candidature erano tutte importanti e prestigiose, c’erano anche Germania e Inghilterra. L’Italia potrebbe essere affiancata dall’Olanda, secondo le prime indiscrezioni. 

Il MODELLO -  E’ stata premiata la sensibilità italiana sul tema - la tecnologia per ridurre gli errori - ma anche l’approccio garantista della Figc teso a non snaturare il ruolo dell’arbitro: solo il direttore di gara e i suoi assistenti possono chiamare in causa la moviola, è questo uno dei cardini imposti dalla Fifa. Un modello che ricalca molto quello elaborato a Lanciano, “Assistenti di tribuna”: arbitri addizionali sugli spalti, che possono rivedere le azioni incriminate ed essere di supporto al collega che è in campo. Questo è quello che accadrà in linea di principio con il sistema dei VAR, i Video Assistant Referees pensati dalla Fifa. Nelle prossime settimane saranno definiti in maniera puntuale i requisiti tecnici e la casistica dettagliata delle situazioni di gioco in cui poter sfruttare il video.

L’AGENDA - Un protocollo che sarà formalizzato a maggio, nella prossima riunione dell’Ifab, alla quale l’Italia dovrà arrivare con un impegno preciso e con una proposta: quali e quante gare coinvolgere nell’esperimento. Il presidente Tavecchio ha indetto per il 21 aprile una riunione con Lega Serie A, Lega B e Aia per mettere a corrente club e arbitri delle prime richiestete cniche e operative avanzate da Ifab e Fifa. Sia A che B sono interessate a partecipare all’esperimento e la linea dei club della massima serie è di partire con la Coppa Italia. Si partirà con un primo anno “offline”, cioè di test puramente tecnici e assolutamente blindati: nessuno, nemmeno l’arbitro designato, saprà che quella gara è oggetto di sperimentazione video. Dalla stagione successiva il test diventerà effettivo: sarà possibile prendere o correggere una decisione con l’ausilio delle immagini. In quelle partite, allora, un rigore come quello negato da Rizzoli al Barcellona (fallo di mano in area, punizione da fuori) sarà un errore a cui poter riparare. Finalmente.

IL MODELLO DELLA FIFA. CHI, COSA, QUANDO: ECCO COME OPERERÀ IL VAR

Cosa è il VAR e in cosa consiste l'esperimento proposto dalla Fifa? Nel senso comune la definiamo “moviola in campo”, per l’International Football Association Board (l’organismo internazionale indipendente che ha il potere di modificare le regole del gioco e introdurre innovazioni tecnologiche) e per la Fifa, che lo ha recepito, la definizione è VAR, acronimo di Video Assistant Referees. Si tratta di una nuova figura che andrà ad affiancare gli arbitri in campo attraverso il supporto tecnologico delle riprese televisive. Esistono già due esperienze del genere in Europa: in Italia c’è il progetto “Assistenti di tribuna” sviluppato dal Lanciano che si differenzia dal modello olandese per il fatto di collocare il box video all’interno dell’impianto. In sostanza, gli arbitri in questo caso avrebbero anche una visuale sul terreno di gioco. Possibile che la Fifa decida di testare entrambe le soluzioni, cioè box con vista sul campo di gioco e box “blindato”.

A quali situazioni di gioco si applica il ricorso alla tecnologia? La Fifa ha deciso di circoscrivere la sperimentazione della tecnologia video a tre specifiche situazioni di gioco e ad una quarta situazione “burocratica”, cioè lo scambio di persona in occasione di cartellini gialli e rossi. Si tratta delle azioni-decisioni che hanno maggiore impatto sulla partita. Il protocollo deve essere ancora definito nei dettagli (le specifiche infrazioni) e la Fifa finora ha tracciato solo delle linee guida. In linea generale, in occasione di un gol il video servirà a verificare che non siano state commesse infrazioni (fallo, fallo di mano, fuorigioco?); sulla concessione o mancata concessione di un rigore, il supporto tecnologico potrà chiarire se l’episodio è avvenuto dentro o fuori l’area, o se c’è stato un fallo di mano; l’aiuto dal box arriverà anche su fischi che portano ad una espulsione. O ad evitare appunto scambi di persona.

Sarà consentito alle squadre richiedere l'uso del video? No. A differenza di altre discipline sportive, nelle quali atleti e tecnici hanno la possibilità di richiedere un certo numero di volte il ricorso alla moviola (il cosiddetto “challenge”), il modello proposto dalla Fifa per la sperimentazione prevede che siano solo gli arbitri a poter decidere di utilizzare il supporto delle immagini tv. La richiesta può partire dal campo, cioè dal direttore di gara che chiede aiuto ai colleghi piazzati davanti ai monitor, ma può accadere anche il contrario, e cioè che siano gli arbitri nel box a segnalare al collega in campo l’opportunità di rivedere, con l’ausilio della moviola, una decisione già presa o una situazione di gioco su cui non si è intervenuti. In questo senso è un sistema “chiuso”, perché solo gli arbitri lo possono utilizzare. Però è illimitato: non c’è un tetto alle “chiamate” video.

Come funziona la "chiamata" e chi prende l'ultima decisione? La “chiamata” video può partire dal campo o dagli assistenti arbitrali che seguono il match davanti ai monitor. Una volta attivata la procedura, il secondo passo è la visione alla moviola dell’azione-situazione incriminata. I Var dal box sono in contatto con il direttore di gara via radio e gli comunicano cosa emerge dalla visione dei filmati. A quel punto il direttore di gara ha due opzioni. Può decidere di fidarsi del suggerimento degli assistenti video, e in quel caso adotta la decisione appropriata (che può essere anche la conferma di una decisione corretta già presa). Oppure può decidere di visionare direttamente il filmato: si recherà in una postazione a bordo campo, guarderà il video e poi deciderà. In ogni caso, l’ultima decisione spetta sempre e solo al direttore di gara che non vedrà limitata la sua discrezionalità.

La tecnologia non rischierà di rallentare i tempi di gioco? Chi ha ostacolato l’introduzione della tecnologia video in campo ha sempre utilizzato gli stessi argomenti, in particolare quello sul rischio di rallentare eccessivamente il gioco con troppe interruzioni. In realtà, nelle linee guida introdotte dall’International Board e recepite dalla Fifa l’uso della moviola, proprio perché circoscritto a determinate situazioni di gioco, dovrebbe avere un impatto assai limitato. Si pensi, ad esempio, al ricorso alla moviola dopo un gol: il gioco sarà già fermo, perché la palla avrà varcato la linea di porta, e nel tempo medio di un’esultanza l’arbitro e i suoi assistenti saranno in grado di verificare se sia stata commessa un’infrazione che renderebbe il gol da annullare. In ogni caso, il beneficio di una corretta decisione (si pensi a un rigore dato o non dato) è decisamente maggiore del “costo”.


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