Nicchi: «Gravina il migliore per quel ruolo. Nessun depotenziamento per il Var»

Il presidente dell'Aia: «Calcio italiano in crescita sia come club che come Nazionale. Patto d'onore tra arbitri, Sibilia, Gravina e Tommasi. Con il Var giustizia in campo»
Nicchi: «Gravina il migliore per quel ruolo. Nessun depotenziamento per il Var»© ANSA
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TORINO - Marcello Nicchi, numero uno della Associazione Italiana Arbitri, ha parlato ai microfoni di Radio Crc alla trasmissione “Un Calcio Alla Radio”, condotta da Umberto Chiariello: “Io credo che nel calcio italiano ci sia una grande voglia di ripartire. Abbiamo società molto ben organizzate e che finalmente cominciano a confrontarsi alla pari con grandi squadre straniere. I risultati dei club e della Nazionale fanno ben sperare, ma non dobbiamo neanche stupirci troppo: sta emergendo la grande scuola degli allenatori italiani che ottiene grandi apprezzamenti nel mondo".

L'AIA CON GRAVINA - Il numero uno degli arbitri italiani prosegue poi parlando dell'elezione di Gabriele Gravina: "Il discorso è molto semplice. Noi come calcio italiano il 29 gennaio scorso abbiamo fatto un grave errore, quello di non eleggere un presidente federale e abbiamo accettato un commissariamento più lungo e che non ha fatto fare grandi progressi. Se avessimo eletto Gravina prima, ci sarebbero stati meno problemi. Gravina lo conosco da tanto tempo ed è una persona perbene, che conosce il calcio. In un momento come questo non c’è persona migliore di lui per intraprendere questo percorso. Noi arbitri gli daremo una grande mano, abbiamo puntato su di lui fin dall’inizio. Ci avevano affibbiato il nomignolo di ribelli, ma ci ribelliamo alle cose che non funzionano. Noi vogliamo fare bene il nostro lavoro non solo a livello tecnico; l’unica cosa che abbiamo garantito a Gravina è quello di non preoccuparsi del mondo arbitrale. Il mondo arbitrale studia ed è organizzato e, quindi, è un ‘non problema’. Il nostro motto è che fin dagli albori di questo commissariamento era che bisognava fare presto ad eleggere un presidente federale. In questo periodo, per così dire, di “vacatio”, diciamo così, si è innescato un meccanismo per cui la gente è stanca. Anche la giustizia sportiva è stanca di vedersi sul tavolo arrivare grandi sciocchezze. La gente ha voglia di vedere le partite. Noi, Sibilia, Tommasi e Gravina abbiamo fatto un patto d’onore e vedere che la nostra voglia di cambiare abbia fatto breccia nei cuori della gente è un grande segnale e dimostra quanta voglia ci sia in questo senso".

IL VAR RIMANE - Il presidente dell'Aia tocca poi un argomento molto dibattuto, il VAR: "Si può fare sempre tanto. Nessuno toglierà il VAR, ha dato grandi segnali di giustizia e di eliminazione di violenza dal punto di vista del gioco. Il campo era diventato una piscina dal centrocampo in poi. Vedevi gente entrare con gambe altissime. Il pubblico è stato il primo a non protestare più, ha capito che c’era giustizia in campo. Noi stiamo lavorando per il calcio a livello mondiale. Siamo gli unici che sono partiti per primi e che abbiamo una sala di sperimentazione attiva a Coverciano dove vengono anche arbitri stranieri a studiare". Sul presunto depotenziamento del VAR, Nicchi conclude: "Non è una VAR depotenziata, noi ci siamo lasciati influenzare da un mondiale dove c’era un’applicazione diversa. Non tutti al mondiale erano abituati all'applicazione ferrea e abitudinale del protocollo. Sembra che in Italia ci siamo voluti adeguare al mondiale, ma non è così. Siamo i primi a chiedere modifiche se c'è qualcosa da migliorare. Per ora va bene così, l’importante è che noi siamo i garanti del gioco e del regolamento. Ricordate quando il portiere aveva la terza sanzione?L'Italia fu quello che su suggerimento di Buffon propose di eliminarla e quella cosa è stata eliminata. Noi non leggiamo solo il regolamento su un foglio, ma cerchiamo di applicarlo e penso che i media ce lo stiano riconoscendo”


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