Palermo subito fuori dai playoff nonostante Gravina

Ecco perché la Corte Federale d'Appello, nonostante le parole del presidente della Figc, non ha accolto l'istanza cautelare dei legali rosanero: decisive le gravi violazioni amministrative di Zamparini e del club. Ma anche l'interesse prevalente delle altre società di Serie B.
Palermo subito fuori dai playoff nonostante Gravina© Getty Images
di Tullio Calzone
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Il veleno sulla coda! Eh sì, è andata proprio così. Il campionato di serie B è restato col fiato sospeso per l’intera giornata di ieri, con il Palermo fiducioso di potersi difendere nel merito nell’udienza dinanzi alla Corte Federale d’Appello, già fissata per il 23 maggio. E con due squadre e le rispettive tifoserie pronte a scendere in campo per il primo dei due preliminari programmato per questa sera allo stadio “Picco” tra Spezia e Cittadella (domani sera si gioca Verona-Perugia al “Bentegodi”). Poi, verso sera, è arrivata la mannaia sulle residue speranze del sodalizio siciliano che aveva proposto un’istanza cautelare di sospensione della sentenza del Tribunale Federale Nazionale dopo la retrocessione all’ultimo posto in classifica di Nestorovski e compagni per gravissime violazioni amministrative. Un’ordinanza durissima per il Palermo, ormai fuori dai giochi per la promozione in serie A e, fiducioso ancora di avere la possibilità di conservare la categoria in appello provando a smontare i gravi reati contestati penalmente a Zamparini (agli arresti domiciliari) e ai dirigenti del club anche dalla Procura della Repubblica di Palermo, prima ancora che dal prefetto Pecoraro.

L'INTERESSE PREVALENTE - Ma perché l’istanza del Palermo è stata rigettata? La Corte ha fatto proprie le gravi valutazioni del TFN riservandosi, comunque, un più compiuto e approfondito esame nel merito nell’udienza fissata per il 23 maggio. Ma ha precisato che, a prima vista, l’impugnazione non è apparsa molto fondata. Nel frattempo, il presidente Sergio Santoro ha ritenuto «prevalente l’interesse delle altre società e della stessa Serie B all’ordinario svolgimento della fase finale dei playoff». La motivazione che aveva spinto il presidente Mauro Balata a non rinviare l’inizio degli spareggi promozione, una scelta che avrebbe avuto un impatto negativo sul campionato, stravolgendo la programmazione e mettendo a rischio la stessa sperimentazione dell’utilizzo del Var, senza parlare dei contratti sottoscritti con sponsor e tv da onorare nei tempi stabiliti. Inoltre, ci sarebbe stato il problema dell’assenza dei nazionali convocati nel campionato Europeo Under 21. Aspettare che il Palermo potesse avere la possibilità di difendersi nel merito, evidentemente, è sembrato troppo per i gravissimi illeciti addebitati dalle due Procure. Benché lo stesso presidente Gravina avesse auspicato da giorni una risoluzione di questo caso spinoso e delicato, attendendo il secondo grado di giudizio, anche per rispetto dei tifosi della quinta città più grande d’Italia che avrebbe meritato certamente maggiore attenzione da parte di tutti. Non è stato così. Anzi, la Corte d’Appello è andata oltre, esprimendosi negativamente sull’eventualità o meno di giocare i playout, punto sul quale la Federcalcio era stata d’altra opinione.

CONSIGLIO FEDERALE - In mattinata, in via Allegri, infatti, durante il Consiglio Federale era stato affrontato anche il caso della retrocessione del club siciliano. Impegnato oggi a Budapest per la riunione convocata dalla Uefa con le Federazioni Europee sulla riforma delle competizioni internazionali, Gravina aveva precisato che, per quanto riguarda la disputa immediata dei playoff, la decisione spetta esclusivamente alla Lega di Serie B. Ed era legittima quella adottata dal Direttivo presieduto dall’avvocato Balata, cioè di rispettare il crono-programma stabilito e andare in campo, essendo le sentenze immediatamente esecutive. Precisando, tuttavia, che avrebbe «preferito attendere il secondo grado di giudizio per permettere al Palermo di difendersi anche in appello».

CASO PLAYOUT - Per la disputa dei playout, invece, il Consiglio Federale, avendo constatato il persistere di due differenti interpretazioni delle norme a riguardo, aveva stabilito di chiedere un parere “pro veritate” al Collegio di Garanzia dello Sport del Coni che scioglierà tutti i dubbi emersi in proposito. Il fatto che la Corte d’Appello sia entrata nel merito, stabilendo che la retrocessione all’ultimo posto del Palermo non rende più necessari i playout, non è stata per nulla gradita in Federcalcio. Anche se nella vicenda dell’incandidabilità di Claudio Lotito e di altri consiglieri fedarali, la Figc si era rivolta recentemente al massimo organo consultivo endofederale. Evidentemente, il Consiglio Federale ha preferito avere un parere e un ulteriore punto di vista “terzo”.
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