Bucchi, Pillon e la finale a sorpresa per la A

Dopo il CIttadella che capovolge il pronostico e sbanca Benevento castigando l'integralismo di Bucchi, anche il Verona passa a Pescara e induce all'addio Pillon. Ecco perché la gara decisiva per la A è una sorpresa
Bucchi, Pillon e la finale a sorpresa per la A© FOTO MOSCA
di Tullio Calzone
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FINALE TUTTA VENETA - Sarà tutta veneta, dunque, la finale che pochi tra i grandi addetti ai pronostici si aspettavano davvero. Il Verona piega in casa il Pescara e rilancia definitivamente le proprie (vitali) ambizioni di tornare in A. Ci pensa un cecchino di comprovata infallibilità come Di Carmine a fare la differenza. Questa volta trasformando il rigore che serve a rompere quell’equilibrio che avrebbe premiato gli abruzzesi dopo lo 0-0 dell’andata e spingendo verso l’addio Pillon a fine gara. Un episodio decisivo che nasce anche da una giocata di Pazzini, altro valore aggiunto di questa squadra che con Grosso ha alternato prestazioni travolgenti a clamorosi passaggi a vuoto e ora, finalmente, compiuta.

EFFETTO AGLIETTI - Tatticamente prima ancora che nella mentalità. E’ toccato ad Aglietti ritrovare quell’assetto e quella costanza necessarie a una formazione nata per vincere e costruita per un solo traguardo finale: la A. Certo, c’è un altro scoglio da superare e, nonostante il vantaggio di giocare al “Bentegodi” la gara di ritorno, non sarà assolutamente una passeggiata. Perché il Cittadella questa volta vuole andare sino in fondo all’avventura dopo essersi fermato in passato più volte per strada. Sarebbe l’ennesimo miracolo di una provinciale in una partitissima che parlerà solo veneto. Un’altra sorpresa anche questa in verità.
Anche perché l’inconsapevole debolezza dei forti può fare danni letali. Potrebbe essere commentata, infatti, così anche l’eliminazione del Benevento di Cristian Bucchi. Un colpo al cuore per la grande candidata alla promozione della vigilia di questo concitato finale di stagione. Non solo per i cospicui investimenti del presidente Vigorito, il facoltoso magnate dell’eolico che non ha badato a spese per provare a riportare la Strega tra i grandi, prima di alimentare una battaglia legale contro il Palermo per difendere un legittimo interesse di classifica. Non è bastato. Uscita di scena per gravi reati contabili l’antagonista più dura, i sanniti si sono fatti sorprendere dalla squadra di Venturato che al Vigorito non aveva nulla da perdere.

L'INTEGRALISMO DI BUCCHI - Capace di offrire mezzora di sterile calcio spettacolo, Bucchi cade complice un paio di inenarrabili errori del proprio portiere, ma anche per un atteggiamento eccessivamente offensivo quando sarebbe stato più saggio moderare il ritmo e provare a non correre rischi, forti della vittoria dell’andata. Ma l’anima di una squadra non puoi sempre adattarla alle circostanze. E forse il grande limite dei sanniti è stato proprio questo: l’incapacità di giocare in modi e con ritmi diversi. Gestire non era nelle corde della squadra. Tutto o niente. Poi il calcio è un attimo! E se sbagli tre palle gol e ti elimini da solo è inutile imprecare.


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