Il Verona in Serie A e il calcio vero della gente

Si è conclusa la battaglia per la promozione ai play off dopo sentenze nei tribunali sportivi. Ma la vera lezione arriva dai 25 mila del Bentegodi
Il Verona in Serie A e il calcio vero della gente
di Tullio Calzone
2 min

Se fosse stata necessaria un’ulteriore prova, ne ha fornita una inequivocabile ieri sera il “Bentegodi”: quello che piace alla gente è un calcio fuori dai tribunali. Generosa e inizialmente equilibrata, la contesa per la Serie A tra Verona e Cittadella, quasi due intruse in questo concitato finale di stagione viste le corazzate che si agitavano alla vigilia e perse per strada, è finita quasi in secondo piano. Ha rubato, infatti, la scena lo spettacolo che hanno fornito i venticinquemila tifosi accorsi alla notte della A a popolare uno stadio che in massima serie merita di stare stabilmente da tempo. Dopo una stagione tormentata e incerta, esaltante e avvincente, all’Hellas è stata necessaria una magia di Samuel Di Carmine, l’uomo in più di questi playoff, per piegare un Cittadella che s’è battuto con orgoglio contro i giganti del campionato. Quelli che hanno investito milioni di euro, uscendone bruciati e delusi, e quelli espulsi da una giustizia sportiva ancora scattata con un clamoroso ritardo, arrivando quasi a inficiare uno dei campionati più incerti e contendibili, e per questo bellissimo, degli ultimi anni. Alimentando polemiche infinite e battaglie giudiziarie che non sono ancora, purtroppo, terminate e che la gente detesta e non capisce più. Allora diventa assordante l’appello del suo discorso d’insediamento del presidente federale Gravina raccolto e rilanciato da Balata, ma anche da tanti uomini di calcio, per regole certe, univoche, non interpretabili e non adattabili a interessi di parte. Semplicemente perché il calcio vero è della gente. Ce lo ha ricordato anche ieri sera il “Bentegodi” felicemente in Serie A!
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