L a Fifa ha pronta una riforma che riguarda l’attività degli agenti.
«E’ un teatrino».
Giovanni Branchini, vicepresidente dell'Efaa (European Football Agent Association) nonché agente ed intermediario fra i più importanti dell'intero panorama calcistico mondiale, l’abbiamo interpellata per capire cosa sta succedendo. La Fifa - cito testualmente dal comunicato ufficiale - «ha approvato una serie di proposte di riforma riguardanti gli agenti calcistici…».
«…allo scopo di proteggere l’integrità del calcio. Glielo ripeto: è un teatrino. Alla Fifa fanno finta di creare dei comitati, ma tutto viene deciso dalla politica».
Cioè?
«Alla Fifa non interessa risolvere i problemi, interessano il consenso e la demagogia».
Voi agenti siete nel mirino. Vi si accusa di guadagnare troppo. E’ stato calcolato che dal 2014 al 2019 gli agenti hanno incassato dai trasferimenti circa un miliardo e ottocento mililioni di euro.
«Le cito dati Fifa: nei trasferimenti superiori ai 5 milioni di dollari - parliamo di 150 trasferimenti su 19.000 complessivi - il valore medio di commissione pagata agli agenti è il 7,5%: non mi sembra un valore assurdo e fuori mercato. Non si può fare una norma sulle eccezioni».
E quindi?
«Quindi va detto innanzitutto che questa riforma o presunta tale è sostenuta da un’inesattezza, cioè che gli agenti sono stati consultati. Non è vero. Siamo stati invitati per la prima volta a Zurigo un anno e mezzo fa a parlare con una task force composta da membri che per loro stessa ammissione non avevano alcuna conoscenza dei trasferimenti. Mi dica lei se è credibile. Abbiamo avuto alcuni incontri, ma tutti fasulli, senza che ci fosse davvero la volontà di fare qualcosa».
Qual è la posizione dell’Efaa?
«Vogliamo le riforme, ma le vogliamo serie. E' banale e demagogico pensare che sia tutto legato alle pretese esagerate degli agenti. L’Efaa esiste dal 2007, rappresenta 18 Paesi nel mondo, la maggior parte in Europa, più Argentina, Brasile, Giappone e Australia, siamo tra i 1.500 e i 2.000 agenti con svariate migliaia di atleti: per assurdo l’Efaa è molto più rappresentativa della stessa Fifpro».
Leggi l'intervista completa nell'edizione odierna del Corriere dello Sport - Stadio