Gianluigi Pellegrino: "La Champions potrebbe sparire"

L'avvocato parla della difficile situazione attuale e dei possibili sviluppi futuri: "Dopo la pandemia globale il calcio per nemesi sarà legato ai territori e la Fifa teme per la tenuta del suo ordinamento"
Gianluigi Pellegrino: "La Champions potrebbe sparire"© EPA
Bruno Bartolozzi
4 min

L'epidemia in corso ha costretto la Fifa ad abbattere un totem: la data termine e la definibilità temporale dei contratti. Non si conterà più dal primo luglio il nuovo ciclo giuridico e vitale del mondo del calcio. E il termine della stagione 2020 non sarà ovunque valido, ma condizionato alla conclusione dei singoli tornei, con impatto sul calcio globalizzato. Il cambiamento, adottato per salvare i campionati ora sospesi, è un segno epocale. Quando si manomettono i tempi di un sistema mutano le rappresentazioni del vivere e dell'agire.

Avvocato Gianluigi Pellegrino, la Fifa in un documento apparso qualche giorno fa ha scritto: "La pandemia in corso è un caso riconosciuto di forza maggiore, situazione senza precedenti, non c'è stata una chiusura simile del calcio organizzato dalla seconda guerra mondiale". Un documento dal registro apocalittico.

«La trasformazione della vita ha un impatto sulle istituzioni e questo genere di situazioni portano delle conseguenze che, nel momento in cui le viviamo e poi le pensiamo, non ci rendiamo conto di cosa potranno produrre nel tempo, nonostante la nostra consapevolezza. In occasione del virus abbiamo assistito, sia pur con qualche falla, ad una reazione matura nel mondo. Questo non elimina il grado di sorprese e possibili cambiamenti che irromperanno e che potrebbero essere irreversibili. Accadrà anche nel calcio e la Fifa ci sta avvertendo».

Una spallata del genere ci fu ai tempi di Bosman, quando le norme relative alla libera circolazione dei lavoratori resero inadeguato l'ordinamento del calcio basato sul vincolo da parte delle società verso i propri tesserati. Sta accadendo qualcosa di simile?

«Sì, il calcio rese visibile e insieme dovette accettare la trasformazione in atto nella società. La percezione diffusa c'era, ma non con la coscienza che comportava il recepimento in un mondo popolare come il calcio. La capacità dei fenomeni di rompere anche la autoreferenzialità del calcio, mette il grande popolo dinanzi alla consapevolezza effettiva delle trasformazioni. E dà la misura che niente sarà come era».

Non avremo un mercato con le scadenze al 30 giugno. Quando terminerà il contratto di Ibra? Chi potrà tesserarlo se la scadenza della stagione in Italia non è in sincronia a quella di altri paesi? Sarà solo questo il cambiamento?

«Non abbiamo ancora idea di cosa significherà andare allo stadio senza curve affollate, con il distanziamento sociale, con le regole necessarie per ripartire. Che effetto ci sarà sul gioco, sui contratti televisivi, sulla salute economica dei club e sui calciatori? Il cambiamento proposto dalla Fifa può essere solo l'inizio. Di questo aggiustamento non si poteva fare a meno per far proseguire i campionati, ma succederà altro». [...]

In attesa di un vaccino pensa che la Champions sia a rischio?

«Penso allo concreta possibilità che si sviluppi un calcio più locale, territoriale e nazionale. Anche l'Italia ha una conformazione complicata e tante diff erenze che presuppongono strategie diverse del ritorno alla vita normale, luogo per luogo».

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