Capuano: "Avellino mi ama, li porto in B. Ecco come motivo i giocatori"

Vulcanico, istrionico ma anche romantico e umano: in esclusiva parla il tecnico irpino
Capuano: "Avellino mi ama, li porto in B. Ecco come motivo i giocatori"© LAPRESSE
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Calcio, amore e fantasia. Di questi tempi Ezio Capuano aggiunge un altro ingrediente: emozione. «E’ quanto offriamo alla gente, attraverso un’azione, un gol. Senza calcio si lavora di fantasia per creare aspettative e quindi emozioni».

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Ad Avellino si parla di Rastelli, un ritorno.

«Pronto a strappare il mio biennale».

Offeso o per ripicca?

«Macché, una mossa per vedere cosa pensa la tifoseria».

Ed è emerso che...

«Un’apoteosi, ora la gente mi ama».

Ce n'è voluto, però.

«In estate i tifosi mi fecero la guerra inducendo la società a scegliere Ignoffo. Ma io l’Avellino l’ho sempre voluto».

Accettato poi in un momento drammatico.

«Sono un masochista delle mie idee. Società commissariata, squadra messa male e un calendario da brividi. Solo un pazzo come me poteva avventurarsi. Ho vissuto tre cambi societari tra mille difficoltà e una tifoseria da conquistare. Ma siamo approdati in zona playoff con l’arrivo di una società fortissima».

Che programma futuro.

«Non è facile, in questa incertezza. Ma con una simile potenzialità calcistica si può pensare in grande».
Lei ha ricevuto offerte interessanti, anche dalla B. «Io non tradisco: prima viene l’Avellino. Mi piacerebbe vivere un grande ciclo, e la B ottenerla con questa società».

Solo perchè siete nei playoff?

«Penso al futuro. Sarebbe bellissimo ripartire, sono un uomo di campo, pensare allo stop definitivo mette tristezza ma in Lega Pro mancano quei protocolli che solo la A può permettersi».

E allora chi salirà in B?

«Monza, Vicenza e Reggina direttamente».

E la quarta promozione?

«La storia del bussolotto è ridicola sa perché? Se dall'urna esce il Bari, con la mentalità del sospetto, chi li sentirebbe i commenti...».

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Cosa propone?

«Considerare quanto detto dal campo, studiare parametri ed elementi per stabilire la quarta promozione. Chi ha meritato va premiato».

Come sarà il calcio del futuro?

«Drammatico per Lega Pro e D. Molti club salteranno, coi presidenti a scegliere tra la loro azienda, la loro attività e il calcio. Vivo di calcio da 34 anni e mai sono stato negativo. Per tornare al calcio di prima occorreranno 3-4 anni. Le famiglie avranno problemi, tanti giocatori hanno messo poco da parte, prendono gli stipendi ogni tre mesi, se e quando arrivano».

Come motiva i suoi giocatori?

«Certe volte devo motivare prima me stesso per trovare le risposte alle loro preoccupazioni. Sono ragazzi tormentati da interrogativi, li teniamo impegnati con allenamenti a domicilio, videochiamate, dicendo di farsi trovare pronti. Stanno bene fisicamente, se non si ricomincia ne risentiranno mentalmente. E allora sarà veramente dura».


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