Se la Serie A si ferma, sì alle retrocessioni e niente Scudetto

L’idea del presidente Gravina è di non assegnare il titolo 2020 e di mantenere il numero di squadre riducendo a 2 club il travaso A-B. Altra ipotesi: ripresa a settembre
10) Juventus: 783© Juventus FC via Getty Images
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Promozioni e retrocessioni sì, scudetto verso il no. La Federcalcio continua a lavorare con il fermo proposito di concludere la stagione. E, in questo senso, Gravina ha apprezzato sia le parole di Spadafora sia quelle di Dal Pino, utili anche per abbassare i toni. Tuttavia, tra i tempi stretti e le poche certezze, occorre farsi trovare preparati qualora il Governo dovesse decidere per lo stop definitivo dell’attività. Si tratta di quei piani alternativi (i cosiddetti B, C e anche D) che il numero uno di via Allegri ha già in testa, tanto da averli comunicati anche a Malagò nella riunione dell’altro giorno. Se ne parlerà in maniera più approfondita in occasione del Consiglio federale dell’8 maggio, ma senza che si arrivi ad approvare una linea di comportamento. Farlo con tanto anticipo, infatti, e senza ancora sapere cosa accadrà, lancerebbe un segnale negativo a tutto il sistema. Al momento, comunque, si possono già registrare i primi orientamenti.

Previste le retrocessioni

Già perché se i campionati non dovessero più riprendere, servirà comunque stabilire i verdetti necessari per l’avvio della nuova stagione. Tanto per cominciare, se li aspetta l’Uefa, che pretende di sapere quali squadre (e anche il criterio di scelta) parteciperanno alle prossime Champions ed Europa League. Il nodo fondamentale, però, riguarda le promozioni e le retrocessioni tra le varie categorie. Ebbene, l’idea di Gravina è di mantenere assolutamente il meccanismo, tutt’al più riducendo il numero delle squadre. Ad esempio, i “travasi” tra serie A e B dovrebbero scendere da 3 a 2. In ogni caso, però, non ci saranno tornei allargati, vale a dire che il massimo campionato dovrà restare a 20, non passare a 22. Difficile scongiurare il pericolo dei ricorsi, ma Gravina ha tutte le intenzioni di procedere su questa strada.

Lo scudetto non sarà assegnato in caso di stop

L’unico verdetto, o meglio titolo, che con ogni probabilità non verrebbe assegnato è lo scudetto. Non è fondamentale, nel senso che non incide sulla nuova stagione, ragion per cui eventualmente sarà in fondo alla scaletta delle decisioni da prendere. Il fatto che la Juventus abbia già fatto capire di non essere interessata ad un tricolore a tavolino, e il messaggio è stato già recapitato in Federcalcio, fa ipotizzare che, nel caso, resterà un vuoto negli almanacchi. Da capire, però, se le scelte degli altri campionati possano influenzare le decisioni. La Francia, ad esempio, che ha appena decretato lo stop definitivo della stagione ha prontamente assegnato il titolo al Paris Saint-Germain. E il Belgio dovrebbe seguire l’esempio. L’Olanda, invece, ha preferito lasciarlo vacante.

L'ultima alternativa

Tuttavia, prima di tirare giù la saracinesca, ci sarebbe un’ultima alternativa. Perché la fretta nel dover prendere le decisioni nasce anche dal fatto che l’Uefa ha fissato il 2 agosto come termine ultimo per completare i tornei nazionali. Ma se l’organismo europeo correggesse la rotta? Al momento concreti segnali in questo senso non ce ne sono stati, ma qualche sussurro ha iniziato a soffiare. Se poi, dopo la Francia, dovessero aumentare i Paesi che ordinano lo stop al calcio, allora qualcosa davvero potrebbe cambiare. La Federcalcio sarebbe già pronta a valutare anche scenari di questo tipo, ovvero scavallare oltre il 2 agosto. E Gravina, nelle scorse settimane, prima della decisione dell’Uefa, aveva già immaginato di ricominciare a settembre. Tanto vale dunque tenere conto anche di questa eventualità. 

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