Buon 15° Compleanno ai Decreti antiviolenza. Una svolta storica da non dimenticare

Il 6 giugno del 2005 venivano prese misure che elevavano il livello di organizzazione degli eventi sportivi
Buon 15° Compleanno ai Decreti antiviolenza. Una svolta storica da non dimenticare
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Alle ore 18.00 del 6 giugno 2005, al Viminale i Ministri dell'Interno Giuseppe Pisanu, per i Beni e le Attività Culturali Rocco Buttiglione e per l'Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca firmavano i Decreti Interministeriali (previsti dalla legge 24 aprile 2003 n.88) in materia di biglietti (modalità per l'emissione, distribuzione e vendita dei titoli di accesso agli impianti sportivi di capienza superiore alle diecimila unità, in occasione di competizioni sportive riguardanti il gioco del calcio), videosorveglianza (modalità per l'installazione di sistemi di videosorveglianza negli impianti sportivi di capienza superiore alle diecimila unità, in occasione di competizioni sportive  riguardanti il gioco del calcio) e separatori (sicurezza impianti sportivi). Si trattava in sostanza di misure che elevavano il livello di organizzazione degli eventi sportivi, coinvolgendo in maniera ancora più incisiva le società sportive e gli enti proprietari degli stadi.
Il risultato a cui si tendeva era quello di avere stadi in linea con le normative internazionali di settore e con le raccomandazioni degli organismi internazionali istituzionali e sportivi e che garantissero al tifoso sicurezza e servizi adeguati. Un pacchetto di misure di carattere organizzativo che consentissero di superare le maggiori criticità che si registravano in quegli anni, proiettare il Paese verso l’organizzazione degli Europei di calcio del 2012 e ridurre i costi di gestione degli incontri di calcio. Per avere un’idea dei costi di allora di un campionato di calcio si riportano i dati forniti alla vigilia dei decreti antiviolenza: impegnati 271.543 elementi delle Forze di polizia, feriti 792 appartenenti alle Forze di polizia, 282 tifosi e 55 cittadini non interessati alla gara.

Quanto alla conflittualità il 24% degli incidenti erano originati da animosità delle tifoserie nei confronti delle Forze di Polizia impegnate in funzioni improprie. Tra i danni materiali si ricordano quelli agli impianti sportivi, alle stazioni e convogli ferroviari, agli esercizi commerciali ed Autogrill e agli autobus cittadini. Senza contare le conseguenze degli incontri a porte chiuse e in campo neutro per motivi di ordine pubblico, il non avvio o sospensione/interruzione della gara per motivi di ordine pubblico o a seguito di lancio di oggetti in campo.
Tali norme tendevano, quindi ad aumentare l’efficacia degli strumenti di prevenzione e contrasto della violenza negli stadi, privilegiando l’impiego di tecnologie e risorse delle società sportive nell’ottica di una progressiva diminuzione delle forze di polizia all’interno degli impianti. L’attuazione dei decreti comportava un’azione convinta in sinergia tra tutte le amministrazioni, pubbliche e private, interessate all’organizzazione dell’evento sportivo. Per questo motivo, per fissare le tappe, anche di lungo periodo, per gli interventi previsti veniva elaborato anche un documento concernente le “Intese di programma per la sicurezza delle manifestazioni sportive”. Documento che veniva sottoscritto, lo stesso 6 giugno insieme ai tre decreti interministeriali, dai tre Ministri Pisanu, Buttiglione e Stanca e dai rappresentanti del Coni Petrucci e della FIGC Franco Carraro, nonché dal Segretario Generale della Lega Nazionale professionisti Brunelli, dal Vice Presidente della Lega Nazionale Professionisti serie C Pitrolo, dal Presidente della Lega Nazionale Dilettanti Tavecchio e dal Presidente dell’ANCI Domenici.


Chi ha pensato e scritto i decreti antiviolenza negli stadi è il prefetto Francesco Tagliente, una vita al servizio della gente con una grande attenzione al mondo del calcio. E’ stato il padre fondatore dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, organo di consulenza tecnico amministrativa del Ministro dell’Interno e del Capo della Polizia di cui, dal 2000 al 2006, è stato Presidente. I profili innovativi contenuti nei provvedimenti sottoscritto quel pomeriggio del 6 giugno del 2005 risulteranno una vera svolta, soprattutto nell’attività di prevenzione dei fenomeni di violenza negli stadi. Ad attuare quei decreti è stato chiamato lo stesso prefetto Tagliente che, dopo aver guidato l’Ufficio ordine pubblico al Viminale è stato Questore a Firenze e a Roma e poi Prefetto a Pisa.
Grazie alla attuazione delle nuove misure organizzative per la sicurezza ambientale e strutturale previste nei decreti interministeriali, Tagliente da Questore Firenze ha gestito quasi un intero campionato con la polizia lontano dallo stadio compreso uno storico match con il Liverpool di Champions League. Esperimento ripetuto con successo anche a Roma in occasione di due derby serali. Ed ancora a Roma ha gestito due interi campionati senza incidenti. Memorabile i derby di notte con i 5000 bambini sugli spalti e la finale di Coppa Italia del 2010 con i tifosi di Juventus e Napoli che gli scrivono per ringraziarlo. Per i suoi meriti sportivi Tagliente è stato insignito della “Stella d’Oro al Merito Sportivo conferita dalla Giunta Nazionale del CONI”, “Medaglia d’oro al merito sportivo conferito dalla Federazione italiana judo lotta Karate arti marziali” e della “Medaglia d’oro FIFA conferitagli a conclusione del Campionato Mondiale Germania”.


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