Var da impazzire: se diventa troppo rovina lo show

Normali spintarelle da mischia e falli di mano assurdi, che caos. Così il calcio perde il suo appeal
Var da impazzire: se diventa troppo rovina lo show
Giancarlo Dotto
3 min

Applicato così, il Var è una sciagura. Come mettersi in casa la suocera delle barzellette che mette il becco su tutto e vuole sempre l’ultima parola. Che ti fredda con un’acida occhiata ogni volta che ti va di farti una risata. Risultato: aumentano i tempi morti e i minuti di recupero. Si allunga il brodo su una minestra che già fatica a riscaldarsi. E questo solo perché quattro o cinque boy scout attempatelli si sentono in missione per conto di Dio e devono maniacalmente sezionare con la lente una sporgenza di gomito o l’esuberanza di un alluce. Ogni volta uno snervante rimuginare che nemmeno alla “scientifica”, sezione “crimini efferati”. C’è da spararsi. Ti passa la voglia. Non bastava l’horror vacui da stadio deserto, ci mancava questo accanimento autoptico. Dobbiamo assistere ogni volta a decisioni non si sa se più comiche o più demenziali. Aumentano i cartellini rossi. Ti scappa un calcetto, una manata, una spintarella, cose innocenti da mischie umane, da che l’umanità si mischia? Fuori. Nessuno la fa franca. Si sprecano i rigori. Mai così tanti. L’Italia in vetta a tutte le statistiche. Fenomeno di una nazione di fenomeni. Arbitri che da sempre si vivono come protagonisti, tra il gallo cedrone e il merlo maschio.

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Quasi un rigore su tre causato da famigerati “falli di mano”. Gol annullati per millimetrici sforamenti, lembi di pelle, rigori che non stanno in cielo né in terra, ma stanno purtroppo nella stanza del Var, il Super Arbitro con l’occhio da ciclope. Il gol annullato a Simeone contro l’Atalanta, i rigori fischiati a Bonucci contro il Milan e a Patric contro il Lecce, solo alcuni dei casi più recenti. Quello di Patric, in particolare, grida vendetta. Leggi di natura, biomeccanica elementare: l’unica chance del ragazzo in caduta di far sparire il braccio era di trasformarsi nel dottor Stranamore del film di Kubrick, un arto metallico a scomparsa al posto del braccio. Se sei carne, sei spacciato, il Var, questo Var, malato di ottusità, non ti perdona. Il rigore? Una follia. Brutta e cattiva. Basta. Bisogna decidere una volta per tutte se braccia e mani fanno parte del corpo umano, come risulterebbe da qualunque atlante di anatomia, o se si tratta, invece, di accessori con una forte propensione eversiva, che sarebbe poi quella di non separarsi dal corpo nel nanosecondo in cui la palla li sfiora. Ha ragione Zenga: «Un regolamento buono per il calcio balilla». [...]

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