L'orgoglio di Nesta, Menez e il vento del Sud

Le vittorie di Lecce, Salernitana, Reggina e Frosinone sono un chiaro messaggio al campionato e un imprinting sulla stagione
L'orgoglio di Nesta, Menez e il vento del Sud© LAPRESSE
di Tullio Calzone
3 min

Soffia forte (e piacevole) il vento del Sud sul campionato più estenuante e interminabile del nostro calcio, senza dubbio il più difficile da vincere. Se è consigliabile, comunque, evitare facili entusiasmi e proiezioni,  siamo solo alla 2ª giornata, che rischierebbero di essere come certi exit poll all’uscita dai seggi elettorali, è anche vero che in questa competizione l’imprinting più volte è diventato fondamentale per arrivare sino alla fine da protagonisti. Anche perché fissare la propria identità e diventare di conseguenza il prima possibile una “squadra” è un’operazione tanto significativa quanto complessa e tutt’altro che scontata. E così, le convincenti vittorie di Lecce, Salernitana e Frosinone, unite all’affermazione della Reggina contro un esterrefatto Pescara (sfortunato dal dischetto Galano), sono un perentorio messaggio ai naviganti in attesa che anche il mercato, ultima variabile, sigilli i suoi effetti e fissi gli organici sino alla tornata invernale, peraltro dietro l’angolo in questa eccezionale stagione della ripartenza post Covid che nessuno sa davvero come finirà.

AI PIEDI DI MENEZ - Intanto, sia pure senza tifosi sugli spalti, in certe piazze più determinanti che altrove, la fame di rivalsa di alcuni club è un propellente formidabile per nutrire ambizioni. Lo dimostra la Reggina di Toscano che ha già trovato il suo leader: Jeremy Menez oscura con un’altra magia persino il debutto di Kevin Prince Boateng, altra stella annunciata di questo torneo. L’ex romanista ha già trovato motivazioni forti per diventare l’uomo dei sogni sullo Stretto simbolo del Sud. Ne ha da vendere di stimoli anche il Lecce di Corini che un leader maximo lo ha da tempo. È capitan Mancosu a firmare il blitz salentino ad Ascoli contro la squadra di Bertotto rivoluzionata dal patron Pulcinelli e, appunto, ancora alla ricerca di una sua identità. Dunque, è presto per giudizi definitivi. Lo sa bene Nesta, messo sulla graticola prima del blitz di Venezia che lo riabilita anche se non può essere una vittoria (o una sconfitta) a cambiare la prospettiva di un’intera stagione. Il presidente Stirpe è abituato a valutare l’insieme delle cose. Ma è evidente che la risposta dei giocatori in campo è un elemento significativo per riannodare i fili del discorso dopo la A sfiorata un mese e mezzo fa.

TUTINO E LA GRINTA DI CASTORI - Un ragionamento che vale per la Salernitana trascinata dalla grinta di Castori e dalla splendida prova di Tutino, il più cospicuo investimento in casa granata nell’era Lotito-Mezzaroma. La sbandata con un primo tempo da dimenticare, è stata meno evidente dell’orgogliosa reazione che ha portato alla vittoria che va stretta al Chievo solo per un paio di opinabili decisioni arbitrali. Per la verità assoluta ci sarebbe stato bisogno del Var invocato da Galliani. Balata ha fatto una battaglia su questo, ma per certe innovazioni l’iter è complesso e la pandemia ha rimandato un’introduzione indispensabile.


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