Gigi Riva compie 76 anni, gli auguri del Cagliari

Il club sardo omaggia Rombo di Tuono in occasione del suo compleanno: "Icona dello Scudetto, fedele per sempre ai colori rossoblù"
Il no di Gigi Riva alla Juventus negli anni '70 segnò un'epoca. "Rombo di tuono" vinse lo scudetto con il Cagliari e diventò il simbolo di tutta la Sardegna© ANSA
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CAGLIARI- "A chent'annos, Gigi". Si conclude così una lunga lettera sul sito del Cagliari in occasione del 76esimo compleanno del leggendario Gigi Riva, protagonista assoluto dello storico Scudetto nel 1970. Questo il testo integrale della lettera: "Buon compleanno, Gigi. Sono 76 ma non si vedono. Perché le leggende sono immuni al trascorrere del tempo, semmai acquistano ancora più forza e rispetto. Il mito di Gigi è stato tramandato negli anni da padre in figlio, da generazione a generazione. Chi ha avuto la fortuna di vederlo giocare all'Amsicora e al Sant'Elia ne ha raccontate le imprese come si fa con i riti ancestrali, con i legami che si possono spiegare solo col richiamo del sangue, delle radici. Se qualcuno può pensare che la passione abbia addolcito o ingrandito alcuni dettagli, ci sono le immagini d'epoca a testimoniare la classe di un attaccante micidiale, che, per dirla con un suo ex allenatore, 'metteva la testa dove gli altri non osano mettere il piede'.Gli allenatori avversari gli incollavano addosso il loro difensore più tosto con l'incarico di fermarlo, con le buone o con le cattive; lui accettava la sfida e vinceva il duello, dall'alto di un fisico spaventoso, forte di uno scatto veloce come un lampo. Il lancio nello spazio aperto era la miccia che lo accendeva, per far detonare la sua arma segreta, il piede sinistro di una violenza inaudita ma non solo: il tiro era sempre ad incrociare, il pallone finiva nell'angolo lontano, segno che la precisione non erano meno importante della potenza".

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"Che personalità, una fede indiscussa nei colori rossoblù"

"E poi la personalità: coraggio, intraprendenza, leadership silenziosa, mostrata con i fatti e con l'esempio laddove altri si perdono in vuoti proclami. Tempra, resistenza e forza di volontà gli hanno permesso di superare crudeli infortuni; lealtà e correttezza dentro il campo, assoluta fedeltà ai colori sociali: tutte le principali squadre italiane avrebbero fatto carte false pur di assicurarselo, lui ha sempre detto di no, con la pervicacia di un innamorato fedele insensibile alle tentazioni.A Cagliari, in Sardegna, aveva trovato il suo eden, il suo porto definitivo; un paradiso bagnato dal mare, lui nato sulle rive di un lago. Al denaro e al successo ha anteposto altri valori, i suoi principi di ferro contrapposti all'effimero e alla vanagloria.E' stato alfiere di uno scudetto indimenticabile, conquistato insieme ad altri grandi campioni; ha rappresentato l'Isola segnando un senso di identificazione speciale, felice testimonial di una terra che gli italiani hanno imparato a conoscere e amare anche grazie a lui. Le cifre dicono che è il più forte attaccante italiano di sempre: 35 gol in 42 partite con la maglia della Nazionale, record ancora imbattuto.Terminata la carriera, Gigi è rimasto con noi: dirigente di un'altra ottima squadra a cavallo tra gli anni '70 e '80, prima di intraprendere una lunga e felice parentesi come team manager in azzurro, La carica di presidente onorario, che ricopre dal 2019, è la chiusura di un cerchio, il rinnovo dei voti matrimoniali col club rossoblù.Oggi accanto a lui a festeggiarlo ci sono tutti i sardi: un anno in più nella leggenda di Rombo di Tuono".


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