Il futuro dei club di Superlega
"Stavamo discutendo di avere una join venture e avevamo detto che da qui a settembre avremmo finalizzato il progetto. Noi siamo gli organizzatori e noi saremo i partner maggioritari. Due giorni fa francamente non avrei mai detto di aver paura di perdere 12 club... Noi parliamo con i club giganti, medi e piccoli. Non ho questa paura. Quei club giocheranno le coppe nelle prossime settimane o si ritireranno? Dipenderà dal parare degli esperti legali. Domani pomeriggio avremo una prima riunione e vi informeremo".
Ceferin: “Hanno mostrato il loro vero volto”
"C'è la possibilità di trovare una soluzione amichevole? Ci sarà pace? No mai. Penso di potermi fidare di Infantino. Lo vedremo domani. Lui è il presidente della Fifa e mi ha detto che ci sosteneva, condannando questo progetto. Vedremo domani. Penso che sarei arrabbiato comunque, anche se non fossi presidente. Questo gruppo di 12 squadre vuole rubare il calcio e privare il mondo di questo gioco. Loro puntano solo al denaro e saranno famosi nel male. Tutti stanno scrivendo male di loro. Io resto calmo e sono felice che questo sia successo. Queste persone hanno mostrato il loro volto. Sentire voci di riunioni segrete, di persone che vogliono investire in nuovi progetti. Ora però è tutto chiaro".
Ceferin: “Juve? Era in Serie B…”
“Tutti vogliono giocare contro i grandi club, ma l'obiettivo principale delle squadre è qualificarsi per le coppe europee. I così detti grandi club in passato non lo erano: la Juventus qualche anno fa era in Serie B, lo United prima di Ferguson non so neppure dove fosse. Il Nottingham è un grande club... Le cose cambiano con il passare del tempo. Se non ci si qualifica per una manifestazione perché mettere sempre i migliori? Non ci sono retrocessioni. Le leghe prenderanno le decisioni e cercheremo di applicare le sanzioni nel rispetto della legge. Siamo in contatto con le leghe e vedremo”.
Ceferin: “Rispetto chi ha detto no”
“Ai calciatori e ai giocatori esprimo il mio rispetto. Bisogna essere nel calcio non solo per i soldi e ho grande rispetto per chi ha detto no a questo progetto che distruggerebbe il calcio. Uso il condizionale perché non succederà. Il calcio è importante per i tifosi e fa parte della nostra cultura. Se un club ammettesse di aver fatto un errore sarebbe una cosa importante anche per la gente. Non si tratta di persone povere, ma di gente che vuole di più anche se i loro fan protestano. La Uefa distribuisce i ricavi in tutta Europa. Per loro il denaro è tutto. Chi ha ricevuto pressioni può tornare indietro, dire di avere avuto pressioni. Chi ha sbagliato può tirarsi indietro”.
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