Gravina e i dilettanti, passione infinita

Il presidente della Figc ha firmato la prefazione del libro "La vanga in campo", scritto dalla giornalista di Arezzo Francesca Muzzi. Il volume racconta le storie più curiose del nostro calcio dilettantistico.
Gravina e i dilettanti, passione infinita
Andrea Ramazzotti
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MILANO - C'è una vanga in campo. Tutto normale se fossimo su un campo di patate, ma siamo su un campo di calcio. Quella vanga è volata da chissà quale tribuna improvvisata e alla società padrona di casa costerà una multa. Anche molto cara... "La vanga in campo", edito da Ultra Edizioni, è il nuovo libro della giornalista del Corriere di Arezzo, Francesca Muzzi. In 127 pagine sono raccolte storie di dilettanti che arrivano da ogni parte d'Italia. Succede di tutto sui terreni impolverati dove ogni domenica c'è chi ripassa le righe con il gesso. Dal tifoso che appostato dietro un cespuglio "minaccia" l'assistente con un fucile, all'arbitro che si finge morto per non essere aggredito. E poi c'è la vanga. Serve per alzare le porte, quando non sono regolari, o, come è successo, per tirarla in campo, per fortuna senza colpire nessuno. C'è la squadra griffata Giorgio Armani, lo stilista che regala maglie e palloni allo Stromboli, Terza categoria. Giocatori che vanno in trasferta usando il gommone e, a volte, se la fanno anche a nuoto.

GRAVINA SPIEGA - E' un calcio nostalgia. Tra passato e presente. Un calcio senza riflettori, senza prime donne e con la consapevolezza che se sei bomber, si può essere comprati anche con un maiale e trenta chili di salsicce. Il libro è impreziosito dalla prefazione del presidente della Figc, Gabriele Gravina: "
È il calcio di chi lo ama - scrive Gravina - da proteggere contro intemperanze e violenze di ogni tipo. È il calcio della gente che mette a disposizione il proprio tempo per dare possibilità ai ragazzi di giocare e creare sempre nuove occasioni di condivisione senza alcun compenso, ma solo in nome di una grande passione. Questo è il filo rosso che unisce il calcio dilettantistico, che ha un’anima e centinaia di migliaia di volti. Queste sono le emozioni quotidiane che il calcio del territorio è in grado di generare con passo (forse) più lento ma sicuro e che rappresentano la solida base su cui si fonda l’intero movimento calcistico nazionale".


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