11:22 - L'amministratore delegato della Juve Maurizio Arrivabene ha preso parola: "In un mondo che parla di economia e finanza, la parola sostenibilità deve essere una colonna. Per quanto riguarda la competitività del calcio italiano rispetto ad altri campionati, credo che mantenere il decreto crescita sia già importante. Ovviamente non basta, è un piccolo passo. Bisogna fare un passo indietro e chiederci cosa sia il calcio di oggi rispetto alla nuova generazione che sta crescendo. Certi indicatori a livello globale fanno capire che c'è un calo di attenzione rispetto ai giovani. Differenze tra il mondo del calcio e della Formula 1? Ricordo conferenze stampa, parlando di competitività della Formula 1 e del nuovo che avanzava, in cui ho allargato il tema dicendo 'attenzione, oggi ci muoviamo all'interno dell'industria dell'intrattenimento se parliamo di giovani'. Quindi come attrarre l'attenzione di ragazzi che sono i nostri clienti futuri. Ci confrontiamo non solo con altri sport, ma anche con l'industria dell'intrattenimento più in generale. PlayStation, Social Media e tutto ciò che potrebbero essere dei competitor. L'operazione Ronaldo? I risultati li ha portati, ha portato anche una visibilità nel calcio italiano che è stata diversa. Non mi soffermerei solo su di lui, ma su un discorso più ampio".
11:14 - A seguire è toccato al presidente della Lega Calcio Lorenzo Casini: "Soffermandoci sui problemi economico-finanziari la situazione è drammatica. L'accoppiata pandemia e conflitto in Ucraina sta determinando un crollo rispetto ai ricavi, sono aumentati i costi. Le squadre hanno l'80% di spese fisse che sono i salari e ricavi sempre inferiori. O si aumentano gli introiti oppure è un sistema destinato al default. Lo spettacolo resta l'elemento primario e non credo che sia così basso, come dimostrato dalla finale di Coppa Italia. Ecco, lì magari si può migliorare quello che è accaduto a bordo campo. La BBC è venuta a intervistarci perché erano anni che non c'era un campionato italiano così avvincente. Il livello sicuramente si è abbassato rispetto agli anni Ottanta, Novanta e Duemila, ma non è così male. Il problema chiaro del calcio italiano è un momento di frattura, determinato storicamente. Il calcio è ancora lo sport nazionale, i bambini giocano a calcio, ma a un certo punto si fermano. Questo è ciò su cui dobbiamo lavorare".
11:05 - Il primo a intervenire, dopo l'introduzione di Ivan Zazzaroni e Alessandro Barbano, è il presidente Figc Gabriele Gravina: "Mi piace poco l'idea di rilancio del calcio italiano. Io parlerei di evoluzione. Negli ultimi 3-4 anni il progetto è stato di carattere generale, anche se viene identificato, sbagliando, con la mancata qualificazione alla Coppa del Mondo. Più che di riforma del campionato, parlerei di riforma del calcio. Sono felice di ringraziare Lorenzo Casini per un'opportunità che abbiamo condiviso. Dal 24 cominceremo con un embrione dell'Accademia, un ulteriore passo avanti: in una logica sistemica e in un rapporto di collaborazione il calcio potrebbe crescere. Si sta approfondendo il tema delle seconde squadre e per trovare indicatori che possano mettere in sicurezza il nostro sistema. Per quanto riguarda la qualità del prodotto, è un tema interessante e rientra nell'autonomia dei singoli imprenditori. La Federazione non ha la capacità di incidere nell'impatto di posizionamento sul mercato per ottenere maggiori ricavi. Per migliorare il prodotto ci dobbiamo confrontare. Playoff e playout? Non so. Di certo serve una logica di sistema. 100 squadre tra Serie A, Serie B e Serie C sono troppe, dobbiamo trovare una logica più corretta nell'ambito del sistema"