La strategia del campione a costo zero

Un fenomeno mutato negli ultimi anni grazie anche alla spinta dei procuratori: senza vincoli contrattuali si può spuntare un ingaggio più alto
Paulo Dybala© Getty Images
Alessandro F. Giudice
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Il fenomeno dei calciatori svincolati ha cambiato diversi connotati nel tempo. Un tempo il giocatore senza contratto era un atleta dal progetto tecnico del suo club di provenienza, magari un po’ avanti con l’età e il suo cartellino un oggetto decisamente difficile da piazzare. Poi il parametro zero divenne un’occasione da cercare con grande accuratezza. Chi non disponeva di grandi mezzi per finanziare gli investimenti, in un mercato in cui i prezzi dei giocatori lievitavano all’impazzata, cercava di contenere gli esborsi finanziari strappando il campione libero da vincoli contrattuali, magari perché li aveva risolti con la società di appartenenza. Qualche volta erano davvero grandissimi affari come per la Juve nel 2012 Pirlo lasciato colpevolmente a spasso dal Milan. Che però nel 2003 aveva intercettato Cafu (campione del mondo in carica col Brasile) dalla Roma. L’Inter era riuscita ad attrarre Cambiasso in uscita dal Real Madrid: sarebbe diventato uno degli artefici del ciclo di vittorie Mancini-Mourinho. Sempre l’Inter ha trovato nel 2018 De Vrij, in uscita dalla Lazio che nel 2011 aveva pescato uno degli attaccanti più prolifici della sua storia: Miroslav Klose. 
 
Più spesso, il parametro zero era la foglia di fico per coprire l’assenza di risorse da spendere sul mercato. Talvolta era un nome altisonante, da lanciare ai tifosi per alimentare i sogni di mezza estate. Maestro di questo tipo di operazioni, soprattutto nel basso impero dell’era-Berlusconi quando la Fininvest aveva chiuso i rubinetti, fu Adriano Galliani: Fernando Torres, Menez, Mexes, Muntari, Yepes, Montolivo, Honda, Essien. Pochissimi coronati da successo. 
Oggi la tendenza è un’altra: i giocatori si liberano spesso per una precisa strategia, concordata col procuratore, nell’intento di negoziare un ingaggio più alto approfittando dell’assenza del vincolo contrattuale che consente al club di risparmiare il cartellino. Spesso, in cambio dell’affare, il procuratore chiede laute commissioni al club di destinazione probabilmente da dividere col giocatore. Uno dei primi fu Mino Raiola: Pogba portato a zero dallo United alla Juventus è stato un affare gigantesco per i bianconeri (che lo avrebbero rivenduto proprio ai Red Devils per 100 milioni) e per l’agente da poco scomparso. Siccome certi cerchi si chiudono, proprio alla Juve Pogba sta per tornare. Naturalmente a zero. Raiola ha ripetuto l’operazione-svincolo con Gigio Donnarumma, portato alla rottura col Milan per accasarsi a zero (per ora infelicemente) sotto la Tour Eiffel. La politica salariale dei club, dettata dalle necessità di ridurre i costi, rende più frequente lo svincolo anche di giocatori che in altri tempi sarebbero stati top: la Juve ha rinunciato a Dybala come il Milan ha scelto di non assecondare le richieste al rialzo di Calhanoglu, Kessie e Romagnoli. La Roma non ha rilanciato su Mkhitaryan lasciando che approdasse alla corte di Marotta: uno che sta facendo molte operazioni a parametro zero (qui si torna alla scarsità di risorse).


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