Srna: “Grazie Roma, lo Shakhtar adesso potrà ripartire”

L’ex bandiera, ora ds, è emozionato per l’amichevole di stasera all’Olimpico
Srna: “Grazie Roma, lo Shakhtar adesso potrà ripartire”© Getty Images
Roberto Maida
4 min

ROMA - La parola chiave di questo colloquio è Riconoscenza. «Grazie Roma, grazie davvero» ripete Dario Srna, ex capitano e ora direttore sportivo dello Shakhtar. Per lui, il croato più ucraino che ci sia, l’amichevole dell’Olimpico rappresenta simbolicamente un nuovo inizio, a un paio di settimane dalla ripresa del campionato. Dal ritiro in Slovenia, poco prima dell’allenamento delle 19, Srna ci ha raccontato l’eccitazione della normalità: giocare a calcio in tempi di guerra. Lo ha fatto in un ottimo italiano, che ha imparato nella stagione vissuta a Cagliari e ha affinato durante il breve regno di De Zerbi allo Shakhtar.



C’è un po’ di emozione, Srna?

«Tantissima. Per noi è incredibile poter giocare in uno stadio pieno dopo tutto quello che abbiamo vissuto. Sarà una grande esperienza per i nostri ragazzi».

Com’è la situazione in Ucraina adesso?

«La guerra continua. Ma la popolazione alla guerra si sta abituando, sperando che qualcuno fermi quel figlio di puttana (non nomina mai Putin, ndr). Noi speriamo di dare alla nostra gente un po’ di leggerezza con il calcio».

Cosa faceva nel momento in cui sono cominciati i bombardamenti?

«Alle 4.15 mi sono svegliato e ho capito subito cosa stesse succedendo. Ma non voglio parlare di questo. Preferisco concentrarmi sul calcio e sottolineare che il 23 febbraio avevamo una squadra straordinaria, da Champions League. Avremmo potuto giocare alla pari con Real Madrid o Juventus. Il 25 febbraio non avevamo più niente».

De Zerbi ha provato a resistere ma poi si è arreso.

«Capisco la sua scelta. È una bella persona e quando mi ha comunicato di voler risolvere il contratto gli ho promesso che ci incontreremo di nuovo, perché la mia porta per lui sarà sempre aperta. Sono sicuro che sia stato un arrivederci, non un addio».

Aveva paura a restare allo Shakhtar?

«Non penso. Penso che lui sia un uomo ambizioso e che abbia capito di non poter più competere ad alti livelli con lo Shakhtar. Abbiamo perso 14 giocatori, siamo un gruppo giovane che si sta ricostruendo su una base di appartenza ucraina. Servirà del tempo per tornare al top».

Lei non ha paura di tornare in Ucraina?

«Ci sono già tornato quattro volte. Le dico una cosa: ho 40 anni e nella mia vita ho già vissuto tre guerre, quella dei Balcani e le due in Ucraina. Ormai mi spaventerebbe solo una guerra nucleare».

Perché ha sempre deciso di rimanere allo Shakhtar? A un certo punto la voleva il Barcellona.

«Perché mi sentivo parte di una famiglia. Quando tu mi dai qualcosa, io ti restituisco il doppio. Sono fatto così. Il presidente Akhmetov mi aveva anche detto: se vuoi vai, non ti trattengo. Ho deciso io di non muovermi. Che grande uomo, il presidente».

Personaggio controverso.

«Straordinario. È ricchissimo, ha centinaia di posti nel mondo dove andare, è rimasto in Ucraina per aiutare e armare il popolo. Un eroe».

Mi parli dell’anno di Cagliari.

«Magnifico, i sardi sono gente fantastica. Assurdo che la squadra sia finita in Serie B. Ma sono sicuro che il mio amico Pavoletti lo riporterà subito su. Forza Casteddu!».

La Roma che impressione le fa?

«Fortissima, ora anche di più. Ma con Mourinho è normale: o arrivi primo o secondo. Speriamo che non ci faccia troppi gol: in fondo è un’amichevole».


© RIPRODUZIONE RISERVATA