La Super B come genere di conforto

La Super B come genere di conforto© LAPRESSE
Ivan Zazzaroni
2 min

I trentacinquemila di Bari-Palermo sono la splendida notizia del venerdì. Consiglio di seguire con
particolare attenzione il campionato di B perché per 50 giorni, tra metà novembre e fine dicembre, sarà il nostro calcio quotidiano, alternativo al Mondiale degli altri.  
 
Fortuna vuole che proprio questa edizione del torneo interessi un numero impressionante di grandi centri, tanta nobiltà solo in parte decaduta: dico Genoa, Cagliari, Pisa, Brescia, Reggina, Spal, Benevento, Ternana, Ascoli, Parma, Perugia e, appunto, Bari e Palermo.  Ogni tanto mi tornano in mente i criticatissimi interventi fatti, anni fa, prima da Adriano Galliani e poi da Claudio Lotito, entrambi promotori della serie A delle grandi piazze, una sorta di superlega nazionale: l’aspetto bizzarro è che, in seguito, il calcio si è ribellato alle aspirazioni dei due dirigenti premiando ostinatamente il merito delle piccole e medie a scapito delle velleità e dell’arroganza delle grandi.  Un po’ di sana B ci farà comunque bene, in fondo è la nostra condizione attuale a livello internazionale. Ma non dobbiamo disperare, perché a Milano, Roma, Firenze, Napoli, Torino, Bologna la risposta del pubblico è davvero confortante: la passione (attiva) dei tifosi è il vaccino col quale si possono curare almeno parzialmente crisi e amarezze azzurre. Per l’incompetenza serve qualcosa di più potente. 

 

 

 


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