Italpress incontra il mondo dello sport nella nuova sede di Milano

Presenti il presidente del Coni Malagò e diverse personalità. L'amministratore delegato dell'Inter Marotta chiede una nuova norma per i contratti dei calciatori
Italpress incontra il mondo dello sport nella nuova sede di Milano© ANSA
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L'incontro con il mondo dello sport organizzato dall'agenzia Italpress presso la nuova sede di Milano ha rappresentato lo spunto per parlare anche dei problemi attuali del calcio. Nel corso del dibattito, moderato dal direttore responsabile e fondatore di Italpress Gaspare Borsellino e dal direttore editoriale Italo Cucci, sono intervenuti il presidente del Coni Giovanni Malagò, il sottosegretario con delega allo Sport della Regione Lombardia Antonio Rossi, il presidente della Lega di Serie B Mauro Balata, l'ex tecnico oggi commentatore tv Fabio Capello, il presidente della LND Lombardia Carlo Tavecchio, ma hanno dibattuto soprattutto l'amministratore di Rcs e presidente del Torino Urbano Cairo e l'ad dell'Inter Beppe Marotta. "Questo è un momento particolare per il calcio italiano. Siamo reduci da anni molti complicati" ha detto Cairo.

Marotta: "Serve un nuovo regolamento"

"Ma il fatto che il calcio, che contribuisce per il 70% alle entrate fiscali dell'intero sport italiano, abbia avuto pochissimo dallo Stato è un dispiacere. Non avere un'attenzione al calcio come lo si è avuto per il mondo del cinema è una cosa negativa. Probabilmente non siamo così bravi a fare lobby. Un po' di attenzione in più non guasterebbe" ha aggiunto Cairo. Concetti ribaditi anche dall'amministratore delegato dell'Inter, Beppe Marotta, che oltre alla necessità di fare lobbing, ha sottolineato l'importanza di intervenire anche sulla normativa che regola i contratti dei calciatori. "Bisogna ridurre i costi, ma c'è da discutere sull'inquadramento dei calciatori, che sono dei lavoratori subordinati e questo significa andare incontro a dei costi incredibili. Per il mondo del calcio il costo del lavoro supera nettamente il 65%, che in un'azienda di acque minerale, ad esempio, significherebbe andare incontro al default. Nel momento in cui, dal punto di vista legislativo, il calciatore non fosse più inquadrato come un lavoratore subordinato, ma alla stregua di una star o un attore, allora avremmo un ridimensionamento dei costi. Sarebbe uno strumento immediato per eliminare gran parte dei problemi del mondo del calcio" le parole di Marotta.


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