Milan e Inter, quanto vale la Supercoppa

Ora la Lega riflette sulle nuove offerte: in corsa Abu Dhabi e anche l’Ungheria
Milan e Inter, quanto vale la Supercoppa© LAPRESSE
Pietro Guadagno
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RIYAD (Arabia Saudita) - Con il derby milanese di questa sera si esaurisce il contratto stipulato dalla Lega con gli organizzatori dell’Arabia Saudita: tre edizioni di Supercoppa nell’arco di un quinquennio, per circa 23 milioni di euro. Il trofeo, peraltro, ha accompagnato un’evoluzione del paese asiatico, che dal 2019, con la sfida tra Juventus e Milan giocata a Gedda, è andato incontro a profondi cambiamenti, aprendosi di fatto al mondo, ma anche al proprio interno, con l'obiettivo di diventare nuova meta turistica e, di conseguenza, anche mercato commerciale di grande prospettiva, come tutta la zona del Golfo Persico. A conferma di un'Arabia Saudita sempre più strategica a livello globale, la Supercoppa italiana si disputa solo a pochi giorni di distanza da quella spagnola, che ha visto trionfare il Barcellona sul Real Madrid, in un’edizione allargata a 4 squadre. E domani, sempre al King Fahd Stadium di Riyad, ci sarà l’amichevole tra l’Al Nassr di Cristiano Ronaldo, al debutto con il suo nuovo club, e il Psg di Messi e di Mbappè e Neymar.

Premi e incassi

Questa edizione vale 7,5 milioni, il 10% dei quali va alla Lega per coprire le spese organizzative. Milan e Inter, però, non si spartiranno immediatamente la quota restante. Nel marzo 2022, infatti, è stata approvata una delibera che prevede di sommare il valore delle tre edizioni dal 2021 al 2024, per poi dividerle in parti uguali e distribuirle a tutte le squadre partecipanti. Una decisione nata dalla volontà di eliminare la differenza tra un’edizione disputata all’estero, più remunerativa, e un’altra disputata in Italia, meno ricca, come quella dello scorso anno, che, causa Covid, si giocò in un San Siro con capienza ancora dimezzata. Insomma, Milan e Inter dovranno attendere l’edizione del prossimo anno per sapere quanto incasseranno. Al momento prenderanno soltanto un anticipo, legato alla vendita dei diritti all’esterno: quindi 2 milioni circa, di cui 1,2 milioni al vincitore e 800mila euro a chi perde. In ogni caso, ci sarà una differenza tra 500 mila e un milione euro tra la squadra che solleverà il trofeo e quella che resterà a guardare.

Tripla offerta

Intanto, sono già state avviate le trattative per stipulare un nuovo contratto con un Paese estero. A riprova dell’interesse che raccoglie la serie A, l’Arabia Saudita è pronta a rilanciare con una doppia proposta: 12 milioni a edizione per la sfida secca, più l’amichevole tra una terza squadra e una formazione locale; oppure 23 milioni (da moltiplicare per 4 stagioni), con trasformazione della formula in una Final Four. Le grandi, però, sono contrarie all’allargamento, perché finirebbe per intasare ulteriormente il calendario che dovrà già fare i conti con l’aumento delle partite per la nuova Champions. In concorrenza con l’Arabia Saudita, comunque, ci sono pure Abu Dhabi, con offerte più o meno equivalenti, e l’Ungheria, che ha messo sul tavolo 8 milioni a edizione, ma solo con gara secca: meno soldi, quindi, ma anche meno difficoltà logistiche. Se ne sta già parlando in Assemblea: nelle prossime settimane, i club di serie A decideranno a quale Paese legarsi. 


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