L'agente di Haaland e quella frase shock del direttore sportivo: "Putt..."

Rafaela Pimenta si è raccontata in una lunga intervista ad As: l'impero ereditato da Mino Raiola, le sue esperienze e la sua opinione sulla Serie A e la Premier League
L'agente di Haaland e quella frase shock del direttore sportivo: "Putt..."© LAPRESSE
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"L'impero di Mino Raiola? Non avevo scelta. Quello che è successo a Mino è stato inaspettato. Sono stati momenti difficili a causa delle emozioni e della situazione. Volevamo aiutarlo il più possibile". Si apre così l'intervista di Rafaela PimentaAs, dove ha parlato della sua carriera. L'avvocatessa portoghese ha ereditato l'impero di Mino Raiola alla sua morte, ritrovandosi ad essere l'agente di tanti campioni del calcio Mondiale.

Pimenta: "Mi hanno chiamato pu**ana"

Ancora su Raiola: "Era una persona molto aperta. Non sapeva cosa significasse razzismo o pregiudizio. Per lui tutte le persone erano uguali, indipendentemente dal sesso, dal salario, dal colore, dalla religione... Mino ha dovuto affrontare molti pregiudizi. Non ho mai capito perché fosse importante, ad esempio, che Mino fosse sovrappeso o meno. O se andasse a una riunione vestito in modo casual". Poi sull'essere una donna in un mondo di uomini: "Ci sono molti pregiudizi. Gli uomini cercano di demoralizzare le donne frequentemente e lo fanno con argomenti stupidi come quello che una donna non conosce il calcio. Perché una donna può essere un'astronauta ma non parlare di calcio? Ci sono uomini che usano questo per distruggere la tua autostima. Una volta ho litigato con un direttore sportivo. Il club doveva pagare qualcosa al giocatore e non voleva farlo. La discussione continuò a lungo e quando lui non aveva più argomenti, mi disse: "Ma sei davvero un avvocato? Pensavo tu fossi solo una pu***na brasiliana".

Pimenta sulla morte di Raiola

Poi sulla morte di Mino Raiola: "Io e Mino abbiamo sempre cercato di capire come pensavano le persone intorno a noi in questo business. Sapevamo cosa aspettarci l'uno dall'altro. E se potessi parlare con Mino oggi, direi: "Hai avuto di nuovo ragione, nel bene e nel male". Per me, sì, ci sono state sorprese. Certi agenti, se così si possono chiamare, hanno chiamato alcuni giocatori lo stesso giorno in cui Mino è morto. Lo stesso giorno! Questo per me ha superato un livello che non mi aspettavo. So anche cosa hanno risposto quei giocatori. E per Mino sarebbe stato un orgoglio sapere le loro risposte".

Pimenta: "Haaland vale un miliardo!"

Poi su Haaland: "Erling a Madrid? Non posso parlarne, sono un avvocato (ride, ndr). Impossibile pensare a lui e non sorridere. È un tipo esilarante. Ci guardiamo entrambi e iniziamo a ridere, è inevitabile. La clausola rescissoria? È difficile rispondere a questa domanda. Se non dico nulla, sarà interpretato male. Se dico qualcosa, anche questo verrà messo in discussione. Quindi preferisco non dire nulla. Il mistero della clausola è sempre interessante. Il tetto massimo dove può arrivareHaaland è in un posto che non è ancora conosciuto nel calcio. È il soffitto del giocatore moderno. Andrà più lontano di coloro che lo hanno preceduto, grazie a tutto ciò che oggi sappiamo sul corpo umano, sulle possibilità di allenamento, sull'alimentazione. Batterà tutti i record. Quando abbiamo fatto 80 milioni per Pogba tutti dicevano 'È incredibile!' Oggi molti valgono così. Il massimo è stato Neymar a 222 milioni. I numeri però cambiano. Per me, Haaland vale 1 miliardo di dollari. Nessuno può pagare questa cifra, ma è il potenziale che ha quando arriva in un club. Con lui arrivano tifosi, gol, risultati sportivi, professionalità, contenuti digitali, notorietà, sponsor. Se metti insieme tutto questo, il suo valore è un aggregato di molte cose".

Pimenta sulla Serie A e la Premier League

Infine sulla Serie ALa Liga e la Premier League: "Quando ho iniziato a lavorare in questo mondo, se offrivo a un giocatore la possibilità di andare in Premier League, mi rispondeva: "Ma cosa ti ho fatto di male? Voglio l'Italia o la Spagna". Oggi un giocatore ti dice: "Il mio sogno è andare in Premier League". Non ti dicono la squadra, solo che vogliono la Premier League. Io sono latina e ho un legame emotivo più intenso con la Spagna, il Portogallo o l'Italia. Vorrei che tornassero ad essere competitivi".


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