Kvara Kvaratskhelia contro la legge filorussa e liberticida che il governo georgiano voleva introdurre nel Paese natale della stella partenopea. Gary Lineker contro la nuova legge anti-immigrati del governo inglese. Due episodi distinti, due temi diversi, un denominatore comune: l'importanza che i protagonisti del calcio possano e debbano sfruttare l'enorme cassa di risonanza mediatica a loro disposizione, per ribadire con coraggio il loro diritto di opinione, da difendere contro chi vorrebbe negarlo. "Il futuro della Georgia è in Europa": un tweet di sette parole, corredato dalla bandiera della Georgia e dell'Unione Europea. Così, nei giorni della rivolta di Tbiisi, ha preso posizione Kvicha, in questo periodo certamente il georgiano più famoso del pianeta, ancora di più dopo la straordinaria prodezza firmata contro l'Atalanta che ha fatto letteralmente il giro del mondo. La rivolta dei georgiani si è scatenata dopo l'approvazione in prima lettura della cosiddetta legge sugli "agenti stranieri” che il governo si è dovuto rimangiare, sotto il peso delle proteste di piazza e che mirava a soffocare il dissenso. Il provvedimento, ha specificato l'Ansa, prevedeva che le società non commerciali che ricevono oltre il 20% dei propri finanziamenti dall’estero dovessero registrarsi come "agenti stranieri". Secondo le opposizioni sarebbe stato un modo per controllare i media e le organizzazioni non governative, come succede in Russia, dove una normativa analoga è in vigore dal 2012. Kvaratskhelia si è schierato subito contro la legge, senza se e senza ma, con uno scatto social degno di quelli, irresistibili, sul campo, dove semina otto giocatori, ne mette a sedere quattro e fulmina il portiere avversario.

Lineker esce allo scoperto
In Inghilterra, ha twittato parole chiare anche Gary Winston Lineker (il secondo nome in onore di Churchill, nato il 30 novembre, lo stesso giorno dell'ex attaccante di Leicester, Everton, Barcellona, Tottenham, Nagoya Grampus; quarto marcatore di sempre (80 presenze, 48 reti) della Nazionale inglese dopo Rooney, Kane e Bobby Charlton, campione del mondo '66. Sui social, LIneker conta 8,7 milioni di follower. Si è schierato contro la deportazione coatta in Ruanda degli immigrati irregolari, prevista dal piano del premier Rishi Sunak: "Una politica crudele, non molto diversa da quelle della Germania nazista negli Anni Trenta contro le popolazioni più deboli". Si è scatenato l'inferno. La Bbc ha sospeso Lineker, reo "di non avere evitato di prendere posizioni politiche su questioni politiche di partito o controversie politiche", in nome dell'imparzialità che deve regolare i dipendenti della tv pubblica. Ma Lineker non è un dipendente, è un collaboratore. Nel week end, Il "Match of the day", la seguitissima trasmissione di Gary, è stato boicottato; Ian Wright e Alan Shearer hanno subito annunciato che non vi avrebbero partecipato, così come gli altri commentatori; molti calciatori si sono detti "indisponibili" a rilasciare interviste dopo le partite; altri protagonisti dei programmi "Football Focus" e "Finale score" si sono ritirati. Alle critiche dei conservatori, Lineker ha risposto secco: "È straordinario vedere i campioni della libertà di parola che chiedono di zittire colori con i quali non sono d’accordo. Continuerò a parlare per quelle povere anime che non hanno voce”. Anche a costo di rimetterci 1,5 milioni di euro, l’ingaggio che percepisce per commentare il calcio sulla Bbc. Costretta a scusarsi e ad annullare la sospensione di Lineker: "Riconosciamo tutti che questo è stato un periodo difficile per lo staff, i contributori, i presentatori e, soprattutto, il nostro pubblico. Mi scuso per questo”, ha affermato Tim Divie, il direttore generale della tv di Stato. Lineker tornerà in onda nel prossimo Match of the day: “Per quanto difficili siano stati gli ultimi giorni, semplicemente non sono paragonabili al dover fuggire da persecuzioni o guerre a casa per cercare rifugio in una terra lontana. È commovente vedere l’empatia per la loro situazione da parte di così tanti. Continuiamo ad essere un paese di persone prevalentemente tolleranti, accoglienti e generose".