"Ho avuto più paura adesso, per le minacce dopo il caso Juan Jesus, che quando ho avuto il cancro". E' una delle frasi più significative dell'intervista di Francesco Acerbi al Corriere della Sera. Il difensore dell'Inter, per la prima volta, dopo l'assoluzione del giudice sportivo, racconta la sua verità: "Non c’è paragone con la malattia, quella in confronto è stata una passeggiata, non ho avuto paura. Invece l’accanimento atroce che ho visto nei miei confronti in questi giorni mi ha ferito. Ho fatto tanto per togliermi l’etichetta che avevo quando ero più giovane e diventare un esempio di costanza e professionalità e ho rischiato di perdere tutto in un attimo".
Acerbi e la risposta alle accuse
Acerbi respinge duramente le accuse di razzismo: "Sono triste e dispiaciuto: è una vicenda in cui abbiamo perso tutti. Quando sono stato assolto, ho visto le persone attorno a me reagire come se fossi uscito dopo dieci anni di galera, molto contente di essere venute fuori da una situazione del genere: sono state giornate molto pesanti (QUI LE PAROLE DELLA COMPAGNA). Parlo solo oggi perché avevo fiducia nella giustizia e non volevo rischiare di alimentare un polverone che era già enorme. Adesso che c’è una sentenza, vorrei dire la mia, senza avere assolutamente nulla contro Juan Jesus, anzi è il contrario perché sono molto dispiaciuto anche per lui. Ma non si può dare del razzista a una persona per una parola malintesa nella concitazione del gioco. E non si può continuare a farlo anche dopo che sono stato assolto".