Il Mondiale per Club è un caos totale: la Fifa ora trema. Cosa può succedere

Il torneo preoccupa federazioni, leghe, atleti e società tra azioni legali e rischi boicottaggi
Il Mondiale per Club è un caos totale: la Fifa ora trema. Cosa può succedere© EPA
Giorgio Marota
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Mentre la Fifa continua a spargere eventi per il mondo come fossero polvere di stelle, lasciandosi ispirare dal motto ecumenico “il nostro dovere è quello di offrire più opportunità ovunque”, quello stesso pianeta composto da federazioni, leghe, società e calciatori comincia a ribellarsi. Nel congresso di Bangkok di due settimane fa, ad esempio, molti si aspettavano risposte sul nuovo Mondiale per club, ma la vera preoccupazione di Infantino è stata quella di far votare l’assegnazione del Mondiale femminile del 2027 al Brasile. Se, da una parte, il presidente della Fifa ha ancora una solida maggioranza, dall’altra la grande (e spesso litigiosa) famiglia del calcio sta infatti prendendo le distanze dall’equazione “più giochi più incassi” che, ispirata dalla volontà di accrescere il consenso politico, promette (ma non mantiene) il risanamento di bilanci disastrati. Chi pensa alla programmazione? E alla salute degli atleti?  

L'incredibile tour de force di club e calciatori

Con la nascita di nuove competizioni e l’incremento del numero di partite nei tornei già esistenti, i calciatori sono già immersi in un tour de force che proseguirà con l’estate degli Europei e della Coppa America, la Nuova Champions del 2024-25 e il Mondiale per Club a 32 partecipanti, fino ad arrivare al 2025-26 che ripartirà con un carico di impegni simile e si concluderà con la rassegna iridata per nazionali. Dati alla mano, sono possibili più di 240 partite nel triennio 2023-2026. Senza soste e con i riposi estivi ridotti all’osso. C’è anche chi ne fa anche una questione di vendibilità del prodotto: «Troppa offerta genera l’effetto negativo, così perdiamo attrattività – l’analisi del presidente della Figc e vicepresidente Uefa, Gabriele Gravina, durante i Kafd Globe Soccer European Awards – Dovremmo valutare insieme anche l’utilità del Mondiale per club». È la prima volta che il massimo rappresentante del calcio italiano esprime dubbi così diretti sul torneo allargato al via dal 15 giugno negli Stati Uniti. A poco più di un anno dalla cerimonia inaugurale ci si interroga ancora sulla consistenza dei premi (per l’accesso c’è chi parla di 50 milioni, chi più moderatamente di 20), cosa ne sarà dei contratti dei calciatori in scadenza il 30 giugno 2025 con evidenti conseguenze in termini giuslavoristici (come lo fu per le coppe europee nell’estate della pandemia, ma stavolta non c’è nessuna emergenza), e quanto la finestra di calciomercato estiva potrà stravolgere gli equilibri delle squadre che stanno partecipando all’evento, tra le quali Inter e Juve. 

L'allarme intorno al Mondiale per club

«Fifa e Uefa hanno raddoppiato le gare – il pensiero dell’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo – mentre quelle delle leghe sono rimaste le stesse. Così si finisce per fare concorrenza ai tornei nazionali». Il sindacato internazionale dei calciatori ha già minacciato un’azione legale nei confronti della Fifa. Maheta Molango, che rappresenta l’associazione inglese, ha ribadito con fermezza che «il calcio sta uccidendo il proprio prodotto». Sono sul piede di guerra anche la Premier League e la Liga spagnola, che stanno chiedendo il ricollocamento del torneo facendo filtrare la possibilità di intraprendere delle azioni legali. Occhio alle minacce di boicottaggi, sono l’extrema ratio eppure sembrano dietro l’angolo. 

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