LIPSIA - Non piange ma ha lo sguardo disperso, vuoto, meccanico. Incassa l’abbraccio e il bacio sulla testa di Donnarumma, le carezze del ct Dalic, vorrebbe solo non rendersi conto che la corsa è finita. Forse è finita per sempre, con la Croazia. Per Luka Modric l’eliminazione è dura da accettare viste le circostanze: a quasi 39 anni sa che il quinto Europeo è stato anche l’ultimo. E davanti a un giornalista italiano che lo elogia per le magie di una enorme carriera, risponde così accennando il primo sorriso: "Grazie". Così, in italiano. E poi: "Io anche vorrei giocare a calcio per sempre ma un giorno dovrò rassegnarmi all’idea di smettere. Non so ancora quando accadrà però". Per il momento non ha dato l’addio alla nazionale: "Questa serata è dura da accettare ma il calcio è questo". Un rigore sbagliato, un gol segnato che scaccia gli incubi, la zaccagnata che taglia di netto la speranza.
La protesta del ct Dalic sul recupero
Il ct Zlatko Dalic, da parte sua, si prende le sue responsabilità ma critica l’arbitro Makkelie e in genere l’Uefa: "Premesso che se non abbiamo passato il girone è colpa mia, non capisco perché siano stati concessi 8 minuti di recupero. Cosa era successo nel secondo tempo di così grave? Del resto non è sorprendente, noi croati dobbiamo sempre andare contro tutto. Penso al calendario: ci hanno fatto giocare anche alle 15... Vi risulta che sia mai capitato a Francia, Inghilterra o Germania? Comunque mi dispiace per i centomila tifosi che ci hanno seguito con una passione straordinaria. Meritavano di più".