Per Diego Armando Maradona un "maleducato del calcio", per tutti semplicemente El Flaco. Nonostante la sua proverbiale discontinuità e quel problema all'anca che ne ha accorciato la carriera ad alti livelli, Javier Pastore resterà per sempre uno dei talenti più importanti della storia della Serie A e del panorama calcistico europeo. Una vita al Psg, dopo essere esploso in Italia con la maglia del Palermo, e 29 apparizioni con la nazionale argentina, conquistata grazie alla convocazione del Pibe de Oro. Prima delle parentesi finali con Elche e Qatar SC, l'esperienza con i colori della Roma, difficile da dimenticare.
Pastore: "Maradona dolcissimo con noi. Il più forte? Ibra"
A regalare la prima opportunità in nazionale a un giovanissimo Pastore fu proprio Diego Armando Maradona, commissario tecnico dell'Argentina all'alba del Mondiale del 2010, giocato in Sudafrica: "Fu un’emozione incredibile - ha raccontato El Flaco a Flashscore -. Andai in Sudafrica allenato dal miglior giocatore della storia e come compagno di squadra avevo Messi, il miglior giocatore del momento. Ho avuto la fortuna di poter condividere tutto con loro, dalla colazione alla cena passando per gli allenamenti e tanti altri momenti, e avevo appena 20 anni… Diego era dolcissimo con tutti noi. Alle undici di sera veniva a bussarci in camera e ci chiedeva come ci sentissimo, se i nostri familiari che ci avevano accompagnato in Sudafrica stavano bene. Si metteva a disposizione di tutti. E quel suo definirmi un “maleducato del calcio” aveva fatto tantissimo rumore".
Il fantasista argentino ha giocato con tantissimi fuoriclasse e ha avuto la possibilità di confrontarsi con i più grandi anche in allenamento: "Il compagno più forte? Con Ibrahimovic mi trovavo a occhi chiusi. In generale, a parte Messi, con il quale ho giocato in nazionale, ti direi che è stato lui il più forte. Poi come centravanti puro per me Cavani era unico".
L'amore per la città di Palermo
Prima della faraonica cessione al Psg, indimenticabile il suo approdo in Italia, a Palermo, grazie al compianto presidente Zamparini: "Arrivai al Palermo con tante aspettative, non dimenticherò mai l’accoglienza della gente all’aeroporto. Ricordo di aver vissuto tanto la città e la vicinanza della gente, con la quale mi potevo rapportare facilmente, essendo argentino. Palermo è una città stupenda, e li ho conosciuto anche mia moglie. Sono ormai 14 anni che siamo insieme e dico sempre che ho un pezzo di Palermo nel cuore. Il trasferimento a Parigi? All’epoca era una cifra record per il Psg, dove arrivai come primo grande acquisto della proprietà del Qatar. Hanno creduto tanto in me e insieme al Palermo è la squadra che continuo a seguire con tanta passione".