
Alessandro Bastoni è diventato ormai un pilastro della retroguardia dell'Inter di Inzaghi e dell'Italia di Spalletti, un difensore moderno capace di chiudere il passaggio agli attaccanti e partecipare alla manovra offensiva. Il percorso di crescita del giocatore nerazzurro è stato segnatop da una crescita continua nel segno di due due grandi ex colleghi di Nazionale: “Si diventa Alessandro Bastoni imparando tanto da esperienze come l’Europeo del 2021, dove ho fatto la gavetta dietro a vere e proprie icone nel mio ruolo - ha raccontato Bastoni a Vivo Azzurro Tv- . La vittoria dell’Europeo è stato il coronamento di tanti sacrifici fatti da bambino. Ho avuto la possibilità di viverlo, anche se non in prima persona perché avevo davanti due totem come Chiellini e Bonucci, che mi hanno insegnato tanto”. Per le sue caratteristiche tecniche è considerato uno dei migliori nel panorama internazionale e, nella stessa intervista, ha svelato cosa deve avere ogni difensore:"Al difensore moderno non devono mai mancare il coraggio e l’intraprendenza di fare qualcosa che possa segnare la partita . È un ruolo difficile, puoi far bene per 89 minuti e al 90’ commettere un errore e sembra che hai fatto una partita disastrosa". L'ultimo difensore a conquistare il prestigioso riconoscimento del Pallone d'Oro è stato l'ex capitano azzurro Fabio Cannavaro, ma Bastoni sembra avere altro in mente: "Non è mai stata un’ambizione, essendo realisti è difficile vincerlo per un difensore. La mia soddisfazione è dare assistenza alla fase offensiva senza dimenticare i compiti difensivi”- ha concluso il numero 23.
Bastoni: "Spalletti e Mondiale, ecco cosa penso"
L'ultima esperienza a Euro2024 non è stata delle migliori per Alessandro Bastoni e tutto il calcio italiano in generale, ma il difensore azzurro ne ha parlato da vero leader indicando la strada per il futuro: All’Europeo abbiamo avuto una parentesi non troppo felice, mi prendo le responsabilità del gruppo. Forse abbiamo fatto fatica anche a capirci, poi c’è stata grande maturità in questa ripartenza in Nations League e adesso stiamo facendo grandi cose". Quello con il ct della Nazionale, Luciano Spalletti, è un rapporto sincero e di stima reciproca e il difensore ci ha tenuto a sottolinearlo, con lo sguardo rivolto all'obiettivo Mondiali:"Ha un rapporto molto trasparente con tutti, dice le cose che pensa in faccia. Questa è una sua grande qualità. L’obiettivo obbligatorio è partecipare al Mondiale perché è da due edizioni che non riusciamo a qualificarci”.
"Mio padre faceva 130 km per farmi giocare"
Bastoni ha proseguito il racconto parlando di come ha mosso i suoi primi passi nel mondo del calcio e sull'importante figura del padre: “Ero un bambino molto timido e riservato. Ho avuto la fortuna che il papà di una mia compagna di classe era un osservatore dell’Atalanta, mi portò a fare un provino e andò bene. Mio padre ha sempre avuto grandi qualità a livello calcistico, forse gli è mancata la testa. Per questo non voleva che facessi il suo stesso errore, scherzando diceva che a livello qualitativo era più forte di me. Dopo il mio esordio in Serie A gli ho fatto presente che non avrebbe più potuto dirmelo. Mio padre è stato fondamentale nel mio percorso. Giocando all’Atalanta dovevo fare 130 chilometri all’andata e altri 130 a tornare, ha sempre fatto da taxi. Senza di lui anche a livello pratico non sarei riuscito a fare quello che sto facendo”. L'esordio in Nazionale risale al 2020 con Roberto Mancini in panchina, dopo un lunghissimo percorso sin dalle giovanili: “Partire dall’Under 15 e arrivare è stato un viaggio lungo e tortuoso, in mezzo sono successe tantissime cose. A un ragazzino che sta iniziando adesso consiglierei di non mollare perché anche io ho avuto difficoltà: in Under 16 e Under 17 ci sono stati momenti in cui non giocavo”.
"Il lutto mi ha fatto capire molto"
Bastoni ha cocnluso l'intervista parlando di un tragico lutto che gli ha cambiato la vita e la carriera di calciatore e di come diventare padre gli abbia fatto apprendere la capacità di riconoscere le priorità:“La mia migliore amica è venuta a mancare in seguito a un incidente, ero con la Nazionale Under 15 ed è stata la prima grande batosta della mia vita. Mi ha fatto capire come il calcio rimanga sempre un gioco. Penso sempre che dalle esperienze bisogna prendere la parte positiva, anche quando la parte positiva non c’è. Diventare papà è stato un altro grande evento della mia vita, ha ridisegnato quelle che sono le priorità. Ti accorgi come una sconfitta o una giornata storta possano passare in secondo piano quando poi torni a casa e vedi tua figlia e tua moglie”- così Alessandro Bastoni sulla sua vita privata.