Helguera: "Al Real Madrid non c'era equilibrio"
Nel 1999 poi Helguera realizzò il suo sogno di giocare per il Real Madrid: "All'inizio fu una cosa incredibile. Ma dopo un po' ti abitui e ti sembra una squadra come un'altra, i compagni sono persone normali. Certo c'era più pressione, ma da giovane non te ne accorgi, altrimenti sarebbe quasi impossibile giocare con i galacticos. Ogni anno era eccitante, una nuova sfida. E al Real non ti puoi rilassare, o ti rubano il posto. E poi vincere, vincere e vincere. Vincere la Champions League l'anno precedente non era abbastanza. Nuove sfide, nuove speranze, sempre". L'era dei galacticos iniziò a calare con la partenza di Claude Makelelé, l'equilibratore della squadra: "Non capivamo perché avessero lasciato partire un giocatore così importante. Stavamo giocando bene ma poi siamo andati in crisi: non avevamo equilibrio. C'erano Raul, Guti, Beckham, Figo, Zidane, Ronaldo... Io ero un difensore centrale e quando c'era un contropiede eravamo in due contro cinque avversari. Era impossibile".
Helguera: "Quanta ingiustizia per Ancelotti"
Passando al presente del Real Madrid, Helguera non si capacita delle critiche nei confronti di Carlo Ancelotti: "Non si può essere così ingiusti con l'allenatore più vincente della storia! Mai visto così tanta ingiustizia come per Carletto al Real, ma lì funziona così, con la maggior parte degli allenatori e dei giocatori". Compreso lo stesso Helguera: "Hanno deciso che me ne dovessi andare ma io non volevo farlo, così mi hanno tolto la maglia numero 6 e l'hanno data a Diarra. Mi hanno reso la vita impossibile, non venivo convocato, poi la stagione stava andando male per i blancos e Fabio Capello si impuntò con la dirigenza per farmi giocare. Le cose ormai erano cambiate anche con i miei compagni: nessuno fa niente per te, è stato molto difficile. Erano i miei compagni da otto anni e da un momento all'altro non sei più lo stesso per loro. Ho ricevuto molte minacce, sono stato costretto ad andare al Valencia, la mia ultima squadra".