Gigi Buffon professore per un giorno. Il capo delegazione della Nazionale italiana ha incontrato gli studenti di Sport Management della Luiss Business School, a Roma per il master Sport Management - Master in Management delle Imprese Creative e Culturali: è stata anche un'occasione per parlare della sua Juve, dei temi del campionato e della Nazionale.
La Juve è in un momento delicato, come se ne esce?
"In questo momento mancano dieci giornate, probabilmente le cose non stanno andando come vorrebbero, ma mancano ancora dieci giornate e tanto vale attendere il finale e vedere se in questo rush può accadere qualcosa di sorprendente, e sorprendentemente positivo. Io me lo auguro".
Dalle difficoltà di Thiago Motta ad Antonio Conte, che ha portato il Napoli a lottare per lo scudetto. Come sta vivendo secondo te questo finale di campionato?
"Io lo avevo detto prima dell'inizio del campionato, con Conte il Napoli sarebbe arrivato primo o secondo a prescindere dalla squadra. Adesso sarà dura per chi deve confrontarsi con Antonio in questo finale. Comunque vada un campionato con una corsa a tre squadre non si vedeva da tanto tempo, perciò godiamocela".
Com'è lavorare con Spalletti?
"Lavorare con mister Spalletti è una grande fortuna, è un professionista eccezionale, un perfezionista unico e una delle persone più generose che abbia mai conosciuto nel mondo del calcio. Il coraggio e la generosità sono i due principali ingredienti che cerco nell'uomo".
Buffon professore e Koulibaly studente: che show alla Luiss Business School
Durante l'incontro c'è stato un simpatico siparietto con Koulibaly: l'ex difensore del Napoli, che ha acquistato una squadra di calcio in Francia, è uno studente del corso di Sport Management alla Luiss Business School ed era collegato via Skype. "Ti mando un abbraccio forte, a parte che mi sembri Lilian Thuram - gli ha detto scherzando Buffon - stessi occhialini… volevo dirti che ti ricordo sempre con piacere perché sei stato un avversario sempre molto corretto e molto degno al di là della rivalità che c’era in quel momento tra Juve e Napoli e infatti spesso ci trovavamo fuori dallo spogliatoio". Koulibaly è molto preso dalla lezione e fa una domanda a Buffon, da studente modello: "Gigi sei una leggenda, sappiamo tutti la persona che sei, a parte la rivalità che c’era tra Juve e Napoli, però sei un esempio anche per me. Grazie alla Luiss perché anche io sto facendo i miei corsi online. Ho una partita stasera quindi non posso seguire il corso, sono collegato. Volevo sapere come vedi questa cosa del management nello sport perché io ho comprato una società in Francia che è in quinta o sesta divisione, ma vogliamo crescere. Sto seguendo i corsi per me è come tornare a scuola, ho dei docenti che mi fanno capire bene le cose, e sono fortunato. Grazie per i consigli che mi hai dato tu e anche Chiellini, auguri per la vostra carriera futura, state facendo cose bellissime e speriamo di vederci presto”. “Hai fatto una cosa bellissima - risponde Buffon - prendere una squadra e gestirla come se fosse un’azienda. Con le competenze che ha avuto gente come te, in più con l’umiltà di aggiungerci dei corsi, gente come te potrebbe veramente diventare il nuovo imprenditore in ambito calcistico, perché è l’ambito che conosciamo meglio. Penso che hai fatto qualcosa che ti potrà divertire e ti divertirà, in più potrebbe diventare anche un business incredibile”.
L’aneddoto sul figlio Louis e la Juve
"Le analogie sono che abbiamo esordito tutti e due a 17 anni, io a 17 anni e 10 mesi, lui a 17 e 3 mesi, però gli ho detto: la differenza è che io ho fatto Parma-Milan da titolare in Serie A, tu hai fatto 13 minuti di Spezia-Pisa, che è una partita importante di Serie B. Però a parte gli scherzi sono veramente orgoglioso perché lui ha iniziato a giocare veramente tre anni fa, ha fatto un anno in una squadra di Torino, poi è andato a Pisa l’anno scorso e ha già esordito e significa che ci ha messo tanto del suo e questo mi emoziona, lui è un ragazzo ma è come se fosse un 4oenne. Un ragazzo grande e maturo. Racconto questo aneddoto: lui inizia a giocare che aveva 8 anni e me lo chiede la Juve, loro lo chiedono a me, perché io ho questa cosa che non chiedo mai niente a nessuno perché voglio essere libero e sereno di poter guardare in faccia tutti ed essere libero. Quindi la Juve me lo chiede e lui mi fa dopo un anno e mezzo: ‘Papà non mi diverto più’ e questa cosa mi sembra un po’ strana anche se a 8-9 anni facevano 5 allenamenti a settimana più la partita il weekend. Io dicevo, madonna ragazzi se uno ha un po’ di passione gliela fate passare. Io alla sua età facevo uno-due allenamenti massimo a settimana. A 8 anni c’è bisogno di libertà, di vita sociale, per cui io lo capisco e lo accompagno in questa scelta. Dopo sei mesi la Juve mi chiede di mandarlo, e io glielo chiedo e lui mi dice sì, allora andiamo. Poi dopo sei mesi mi dice che di nuovo si è stancato. Allora io gli dico, ‘Amore mio, tu torni a casa però con la Juve ci mettiamo una pietra sopra, non chiedermi mai più loro cosa pensano, perché è anche una questione di correttezza. Per cui lui per quattro anni, anche per ribellione, non fa niente, gioca a Fortnite, mi chiede di accompagnarlo a tornei di Fortnite all’estero. Per cui lui arriva a 14 anni così, io a 14 anni ero già in giro per l’Italia e l’Europa con la nazionale".