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Secondo The Times, si starebbe valutando l'ipotesi dell'esclusione: una eventuale decisione in tal senso chiuderebbe le porte ai prossimi Mondiali e comporterebbe l'estromissione del Maccabi Tel Aviv dall'Europa League

L&#39;indiscrezione &egrave; del Times: Israele fuori da tutte le competizioni calcistiche internazionali. &Egrave; quanto starebbe valutando l&#39;Uefa che potrebbe decidere gi&agrave; &quot;prossima settimana, con la maggioranza dei membri al momento favorevole&quot;, scrive il quotidiano britannico. Se cos&igrave; fosse, il risvolto sarebbe rilevante: la nazionale di calcio israeliana, inserita nel gruppo I delle qualificazioni Mondiali insieme all&#39;Italia di Gattuso, verrebbe esclusa dalla prossima Coppa del Mondo e il Maccabi Tel Aviv sarebbe estromesso dall&#39;Europa League.

<h2>Israele: &quot;Vogliamo impedirlo&quot;</h2>

Il ministro israeliano dello sport, Miki Zohar, ha affermato ai media israeliani di &quot;essere al lavoro con il premier Netanyahu per impedire questa mossa&quot;.

<h2>L&#39;Italia sfider&agrave; Israele il 14 ottobre</h2>

L&#39;Italia ha gi&agrave; affrontato Israele nella gara dell&#39;8 settembre scorso, a Debrecen, in Ungheria, terminata 5-4 per gli azzurri di Gattuso. E il 14 ottobre &egrave; in programma la partita di ritorno&nbsp;a Udine al Bluenergy, casa dell&#39;Udinese. Difficile oggi capire cosa succeder&agrave;, certo &egrave; per&ograve; che una esclusione di Israele - che ricorderebbe quella inflitta alla Russia nel 2022 dopo l&#39;invasione dell&#39;Ucraina - peserebbe moltissimo anche sul percorso dell&#39;Italia nelle qualificazioni Mondiali, visto che entrambe le nazionali al momento sono appaiate a 9 punti nel gruppo I alle spalle della Norvegia.

<div id="mustFocus"><span class="kcode ktype-Foto" data-k-id="143043975" data-k-inline_properties="[]" data-k-kid="sn:cds:143043975" data-k-thumb="https://cdn.corrieredellosport.it/images/2025/09/08/210439473-b3c45296-8fa5-44cd-bfb4-caef7a08fb67.jpg" data-k-type="Foto"></div>

Alta tensione per il commisario tecnico azzurro alla fine della partita in mezzo al campo

Italia, Gattuso furioso con un giocatore di Israele al triplice fischio: la fotosequenza

La vittoria per 11-1 della Norvegia sembra garantire agli scandinavi il primo posto nel girone. Solo un passo falso contro Israele potrebbe rimettere in corsa l'Italia per la qualificazione diretta.

Italia, la situazione del girone e le possibile avversarie ai play off

Le parole del difensore dell'Inter presenta l'autobiografia "Io, guerriero" e si racconta a 360 gradi: tutti i dettagli

MILANO -&nbsp;&quot;Il no a Spalletti? Non sono uno che fa polemica, ho solo detto quello che &egrave; successo. Non sono andato all&#39;Europeo perch&eacute; dovevo operarmi e dopo non ho ricevuto nessuna chiamata&quot;. Sono le parole di&nbsp;<a href="https://www.corrieredellosport.it/news/calcio/serie-a/inter/2025/09/22-143328408/acerbi_si_racconta_dalla_malattia_alla_nazionale_gattuso_se_non_mi_vuole_non_un_problema_spalletti_">Francesco Acerbi</a>, ospite di Sky Sport in occasione della presentazione del suo libro &quot;Io, guerriero&quot;. Il centrale si racconta a 360 gradi, a partire dalla sua esperienza in&nbsp;Nazionale: &quot;Spalletti? Era l&#39;allenatore, era pagato per fare delle scelte e se non vengo chiamato non mi faccio problemi. Poi per&ograve; ci sono state quelle dichiarazioni non bellissime sull&#39;et&agrave; che secondo me un allenatore non dovrebbe fare in pubblico e alla fine ho deciso io di no&quot;.

<h2>Acerbi: &quot;Mi sono sentito usato. Ritorno in Nazionale? Ci sono...&quot;</h2>

Sul capitolo Italia, Acerbi poi aggiunge: &quot;Spalletti mi aveva poi chiamato e mi aveva chiesto quasi scusa per quello che aveva detto ma mi aveva fatto capire che avrei giocato solo con la Norvegia e basta ma a 37 anni non vengo in Nazionale per una partita e poi torno a casa, mi sono sentito usato. Non sono n&eacute; Messi n&eacute; Pel&eacute; ma non mi puoi chiamare perch&eacute; sono l&#39;unico rimasto&quot;, la versione di Acerbi che per&ograve; non chiude le porte alla Nazionale:&nbsp;&quot;Io spero che l&#39;Italia vada ai Mondiali, abbiamo giocatori forti, un ct che ci mette passione, abbiamo una grandissima possibilit&agrave; di farcela. Per quanto mi riguarda io vivo per la mia famiglia e per il calcio, ho sempre detto che finch&eacute; gioco e ho la possibilit&agrave; di andare in Nazionale, ci sono&quot;.

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<h2>&quot;Inter-Barcellona la mia serata pi&ugrave; bella. In finale di Champions con il Psg...&quot;</h2>

&quot;Il gol in semifinale al Barcellona? Dopo la malattia c&#39;&egrave; stata la mia rinascita calcistica. E&#39; iniziato il mio percorso personale, ho cercato e cerco finch&eacute; avr&ograve; la possibilit&agrave; di giocare a calcio di tirare fuori pi&ugrave; soddisfazioni possibili&quot;, sottolinea Acerbi che racconta le emozioni dell&#39;incredibile match di San Siro tra i nerazzurri e i blaugrana. &quot;Anche se poi non abbiamo vinto niente, &egrave; proprio quella col Barcellona &egrave; stata la serata pi&ugrave; bella.&nbsp;E&#39; stata un&#39;emozione bella ma c&#39;erano i supplementari e noi volevamo andare in finale, &egrave; stata comunque una serata indimenticabile&quot;. Gioie e dolori, come la finale di Monaco di Baviera contro il Psg dello scorso 31 maggio: &quot;Alla fine non eravamo nemmeno incavolati perch&eacute; la partita era finita appena &egrave; iniziata. C&#39;era stanchezza mentale: avevamo sprecato tante energie mentali in campionato ma allo stesso tempo ci eravamo caricati tanto perch&eacute; dopo aver battuto Bayern e Barcellona ci sentivamo favoriti, sentivamo di dover vincere. E cos&igrave; siamo arrivati scarichi contro un Psg che ha fatto la partita perfetta, non c&#39;era niente da fare&quot;.

<h2>Acerbi: &quot;Chivu? Brava persona, mi ha stupito. Su Allegri...&quot;</h2>

Il difensore interista si &egrave; ormai messo alle spalle la finale di Champions League - &quot;Basta con lo shock, siamo adulti e vaccinati, quando si riparte bisogna resettare e andare avanti&quot; e guarda avanti, all&#39;Inter del presente e del futuro con Cristian Chivu in panchina: &quot;Si vede che ha giocato con gruppi forti, che ha vinto. Gli allenamenti sono abbastanza diversi rispetto a quelli con Inzaghi, sono belli e intensi e lui &egrave; una brava persona, ha ottime idee, mi ha molto stupito in positivo. Ci conosce, sa cosa vuole dire vincere e perdere, sa cosa pensiamo, cosa vuol dire avere un gruppo che in questi anni ha fatto cose importanti. E una persona molto intelligente&quot;. Acerbi&nbsp;menziona anche Massimiliano Allegri, con il quale ha lavorato nella sua parentesi al Milan (2012-13): &quot;Con quale allenatore mi sono trovato meglio? Ho avuto Allegri sei mesi al Milan, mi ha fatto anche giocare. Mentalmente non ero proprio dentro l&igrave;, l&rsquo;ho sempre detto, ma lui mi ha dato un&rsquo;opportunit&agrave;. Di Francesco, ma anche Iachini mi hanno dato spazio. Poi ovviamente Inzaghi, con cui ho fatto sette anni: ci siamo tolti grandi soddisfazioni. Mi hanno insegnato tanto, a livello umano ho avuto un buon rapporto praticamente con tutti&quot;.

<h2>&quot;Il lavoro ripaga sempre: non voglio rimpianti. Me lo sono detto e ridetto dopo la malattia&quot;</h2>

&quot;Il lavoro paga sempre, anche se non sempre si vince&quot;, sottolinea ancora Acerbi. &quot;Mi piace la fatica, altrimenti non mi sento realizzato. Sono gli obiettivi che ti dai e la sofferenza e il tempo che impieghi per raggiungerli. Devi sempre cercare, anche nei momenti di delusione, la strada di dare il massimo. E&rsquo; quella la cosa che mi appartiene: dare tutto, sempre. Quando smetter&ograve;, non vorr&ograve; avere alcun rimpianto. Me lo sono detto e ridetto dopo la malattia&quot;, conclude il difensore classe 1988.

Acerbi: "No a Spalletti e all'Italia? Mi sono sentito usato". Sul ritorno in Nazionale...

Due centrali infortunati sono un problema anche per la Nazionale. Ma il romanista è in grande spolvero

In poche ore, due difensori centrali italiani si sono fermati per infortunio. Uno decisamente pi&ugrave; grave dell&rsquo;altro, visto che Giovanni Leoni ha rimediato la rottura del legamento crociato anteriore della gamba sinistra. Ma &egrave; sfortunato anche Alessandro Buongiorno, che ha invece subito una lesione di basso grado del muscolo adduttore lungo della coscia sinistra. Un nuovo stop in una carriera che, seppur il difensore del Napoli abbia appena 26 anni, &egrave; costellata di continui problemi fisici, di cui diversi relativi proprio agli adduttori. Un doppio stop che colpisce anche la Nazionale, visto che Buongiorno sarebbe, di fatto, un titolare, anche se non &egrave; stato convocato nelle prime uscite del nuovo ciclo di Gennaro Gattuso, proprio perch&eacute; appena rientrato da un lungo infortunio. Convocazioni in cui era rientrato per la prima volta Leoni, pur senza scendere in campo; il debutto in azzurro per l&rsquo;ex centrale del Parma dovr&agrave; attendere ancora molto, visto che si parla di 6/7 mesi per il rientro in campo. Un infortunio che non ci voleva soprattutto per il ragazzo, che stava ben figurando nel debutto da titolare con la maglia del Liverpool; 80 minuti di alto livello, poi la torsione innaturale del ginocchio dopo una scivolata nel match di Carabao Cup contro il Southampton e le mani sul volto di chi aveva gi&agrave; capito la gravit&agrave; dell&rsquo;infortunio.

<h2>Gattuso, guarda Mancini: il romanista &egrave; in grande spolvero</h2>

Senza dubbio, quindi, Gattuso perde due pedine molto importanti, soprattutto perch&eacute; i prossimi impegni incombono e sono di quelli da dentro o fuori. A met&agrave; ottobre le sfide contro Estonia e Israele; un mese dopo, quelle contro Moldova e Norvegia. Quattro partite, le ultime delle qualificazioni ai Mondiali, tutte da vincere per sperare nel miracolo della qualificazione diretta. Un&rsquo;impresa quasi disperata ma da inseguire fino all&rsquo;ultimo secondo. Per quanto pesino gli stop di Buongiorno e Leoni, per&ograve;, Gattuso pu&ograve; anche sorridere per le prestazioni sempre pi&ugrave; in crescendo di Gianluca Mancini. Tornato titolare con l&rsquo;Italia dopo oltre un anno nella vittoria rocambolesca contro Israele, il centrale della Roma sembra pronto a fare un ulteriore step in avanti dopo aver ritrovato Gian Piero Gasperini. L&rsquo;inizio di stagione del classe 1996, infatti, &egrave; stato convincente, e ieri, contro il Nizza, &egrave; anche arrivato un gol da centravanti puro, con un grande inserimento. La sua leadership all&rsquo;interno dello spogliatoio giallorosso &egrave; fuori discussione, ora gli manca solo da prendersi definitivamente anche la Nazionale. Il momento &egrave; quello giusto: senza Buongiorno, oltre a Leoni, spetter&agrave; anche a Mancini erigere il muro a protezione di Donnarumma nella rincorsa all&rsquo;obiettivo Mondiale.

Crac Leoni, stop Buongiorno: un guaio anche per Gattuso. Per fortuna c’è Mancini

Acerbi sul ritorno in Nazionale

Crac Leoni, stop Buongiorno: guai per Gattuso

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