Serie A Tesys Femminile, aspettando il primo Mondiale: è un CMB dalle settebellezze

Serie A Tesys Femminile, aspettando il primo Mondiale: è un CMB dalle settebellezze

Si va in sosta per la prima kermesse iridata in rosa con una capolista dominante. Neri: "Abbiamo un grande roster, ma tutte le ragazze si sono messe a disposizione sin da subito. Ma non bisogna mai pensare di essere arrivati".
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La storia chiama, 16 Nazionali rispondono. E tra queste c’è l’Italfutsal del Ct Francesca Salvatore, che - il prossimo 12 novembre - volerà nelle Filippine, a Pasig City, per partecipare al primo Mondiale femminile di futsal della storia. Azzurre nel gruppo D con Iran, Panama e Brasile, quest’ultima indiziata numero 1 della competizione iridata con egida FIFA. A capitanarla una “certa” Taty, al suo fianco Debora Vanin, due delle stelle di un CMB che brilla più di tutte nella Serie A Tesys. 

UNA CAPOLISTA A PUNTEGGIO PIENO

 La sosta dal campionato restituisce infatti un quadro che non lascia dubbi: 21 punti su 7 giornate per un primato che durerà (almeno) fino al 13 dicembre, giorno del ritorno in campo contro il Molfetta. Miglior attacco del girone unico (42 gol realizzati) e podio delle migliori marcatrici quasi interamente a tinte biancazzurre: 12 i centri di Renatinha, 9 quelli di Vanin (appaiata a Elpidio del Falconara), “solo” 8 - invece – i sigilli di Marta Peñalver Ramón. Difficile fare di meglio.

IL SEGRETO DEL SUCCESSO

“Quando hai un roster del genere – non si nasconde mister Massimiliano Neri – punti a vincere, ma da lì a farlo, c’è di mezzo un mondo. Quel che mi rende più orgoglioso è che tutte si sono messe a disposizione per migliorare non solo come gruppo, ma anche come singolo. La gara con l’Altamura (2-4 al PalaPiccinni, senza le stelle catarinensi, n.d.c.) ne è stata una chiara prova: stiamo crescendo insieme”. Ora più di un mese di stop. “Sarà un’incognita. Difficile stilare un programma di allenamento preciso, per di più a ranghi ridotti, ma sarà un’occasione per chi c’è per alzare ulteriormente l’asticella”. Ricerca della perfezione come costante. “Anche se vederci lassù dà fiducia, presto arriveranno le gare secche a rimettere tutto in discussione. Per quanto vantaggio potrai prendere, non bisogna mai pensare di essere arrivati. Gli altri lavorano per colmare il gap e tu lavori pensando che quel che fai non sia mai abbastanza”. Che il CMB sia una Ferrari non è in discussione, così come non lo sono le qualità del due volte Panchina d’Oro. “Non ho paura di fallire. Al contrario, vivo il mio ruolo con l’immenso orgoglio di chi è stato messo al centro di un progetto costruito per vincere. Sento dire da tanti che questa squadra vincerebbe con qualsiasi allenatore, io dico che, tra tanti, la società ha scelto proprio me”.

*Foto credit: Marinella Pandolfi


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