River-Boca, caos e rinvio: «Vogliamo vittoria a tavolino»

Bufera in Argentina per la mancata disputa del ritorno della finale di Coppa Libertadores. Angelici, massimo dirigente del Boca, chiede il trofeo a tavolino
River-Boca, caos e rinvio: «Vogliamo vittoria a tavolino»© Getty Images
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BUENOS AIRES - River Plate-Boca Juniors non si gioca di nuovo, e la brutta figura dell'Argentina diventa planetaria. Non ci sono le condizioni per far disputare la finale di ritorno della Coppa Libertadores, quel 'Super Clasico' che era così atteso: come dire che un intero paese si arrende all'evidenza di non essere in grado di prendere le giuste misure di sicurezza, in primis di scorta alle due squadre, per far disputare una stracittadina da sempre 'bollente'. Forse non sarà colpa, come invece sostiene Diego Maradona, del Presidente Mauricio Macri, "il peggiore della storia del nostro paese" secondo il 'Pibe', ma ancora ci si chiede come sia stato possibile che gli ultrà del River abbiano potuto tendere un agguato al pullman del Boca nei pressi dello stadio praticamente indisturbati.

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A spingere per non giocare oggi è stato in particolare il club dei 'genovesi' dai colori gialloblù, dopo che i suoi giocatori erano rimasti feriti, come Pablo Perez e Gonzalo Lamardo finiti in ospedale, o comunque molto scossi: sei di loro, Tevez, Gago, Almendra, Cardona, Wanchope, Abila e Benedetto erano rimasti intossicati da lacrimogeni e gas urticanti e per curarli i medici avevano fatto ricorso a dei corticoidi, ovvero sostanze che sono nella lista di quelle proibite. Nessuno del Boca è riuscito a dormire la notte scorsa, trascorsa nell'hotel Madero di Buenos Aires, diventato il quartier generale del club e dove un pool di avvocati è rimasto riunito fino all'alba di oggi per definire la strategia legale da adottare nelle ore successive, poi tramutatasi in una nuova richiesta di non giocare e di sanzioni a carico del River.

TEVEZ E IL PRECEDENTE DEL 2005 - "Avessimo fatto noi certe cose - è stata la riflessione di Carlitos Tevez -, la Coppa sarebbe già stata assegnata a loro". E infatti in casa Boca ci si chiede perché non vada a finire così, visto che in un precedente doppio confronto di Libertadores, nel 2015 per gli ottavi di finale, il Boca era stato estromesso dalla competizione e il River aveva passato il turno, perché un gruppo di tifosi presenti alla Bombonera avevano spruzzato del gas al peperoncino su alcuni giocatori avversari impedendo loro di riprendere a giocare. Ma la Conmmebol, la confederazione calcistica sudamericana, vuole che si giochi e questo sarebbe stato anche il parere informale del presidente della Fifa Gianni Infantino, presente ieri allo stadio per il match poi non giocato.

IL BOCA VUOLE VITTORIA A TAVOLINO - "Le partite si vincono e si perdono sul campo, però sono il presidente del Boca e non posso parlare a titolo personale ma tutelare gli interessi del club. Abbiamo fatto un esposto di 15 pagine e mi auguro di avere risposta adeguata dalla commissione disciplinare della Conmebol". Con queste parole, dette in una conferenza stampa appositamente convocata, il massimo dirigente del Boca Juniors Daniel Angelici fa capire che chiederà la vittoria per 3-0 a tavolino sul River, e quindi l'assegnazione della Libertadores (all'andata è finita 2-2), dopo quando è successo ieri. "Lo dobbiamo ai nostri tifosi - aggiunge Angelici -, perché so come si sentono rispetto a quanto successo nel 2015".  Ora la situazione sembra essersi capovolta e i gialloblù pretendono identico trattamento.

IL RIVER NON CI STA - La Conmebol non sembra intenzionata ad accogliere la richiesta del presidente del Boca Juniors Daniel Angelici di avere partita vinta a tavolino contro il River, e quindi di vedersi assegnata 'd'ufficio' la Coppa Libertadores. Infatti la confederazione sudamericana fa sapere con un tweet che martedì prossimo, 27 novembre, "verrà decisa la nuova data della finale di ritorno, in una riunione ad Asuncion (sede dell'ente n.d.r.) con i presidenti dei club finalisti, Boca Juniors e River Plate". Intanto il numero uno del River, Rodolfo D'Onofrio, risponde al collega del Boca per dirgli di essere "molto sorpreso" dalla richiesta di sanzioni contro i rivali e quindi di avere partita vinta senza giocare. "Il presidente Dominguez della Conmebol mi ha chiamato per dirmi che ci aspetta martedì ad Asuncion - le parole di D'Onofrio -. Allora io vi dico che la partita si giocherà nel nostro stadio, il Monumental, e con la gente sugli spalti. La data potrebbe essere l'8 dicembre? E' prematuro dirlo, ma non ho il minimo dubbio che la partita ci sarà". "Ma la mia riflessione - ha aggiunto - è anche che provo una grande pena: questo River-Boca era atteso da tutto il mondo e per colpa di quindici cretini stiamo vivendo tutto questo. Doveva essere una festa e invece per colpa di questi stupidi e di qualche falla nel sistema di sicurezza ora provo dolore".

IPOTESI 8 O 9 DICEMBRE - Ora la domanda che tutti si fanno a Buenos Aires è quando si giocherà: nella settimana entrante sarà impossibile, perché nella capitale argentina ci sarà il G-20 con la presenza di Capi di Stato e Primi Ministri vari e quindi le forze dell'ordine concentrate tutte su quel versante. C'è poi il problema del Mondiale per club al quale deve prendere parte il campione del Sudamerica che ancora non c'è: comincia il 18 dicembre ad Abu Dhabi, dove Boca o River deve arrivare almeno cinque giorni prima. Ecco allora che l'unico periodo disponibile, indica in modo quasi unanime la stampa argentina, è dal 3 al 9 dicembre, ed è su questa ipotesi che il presidente della Conmebol Alejandro Dominguez starebbe lavorando. Probabile che sia scelto sabato 8 o domenica 9, per giocare con la luce del giorno, visto che nessuno ha il coraggio di stabilire che questa finale 'senza fine' venga disputata in notturna. In ogni caso, ha perso l'Argentina.

 


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