Hong Kong, fischiano l'inno cinese: tifosi rischiano 3 anni di carcere

Prosegue la protesta contro Pechino dei supporter dell'ex enclave britannica. Già in passato erano stati puniti con multe salate
Hong Kong, fischiano l'inno cinese: tifosi rischiano 3 anni di carcere© Getty Images
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PUSAN (Corea del Sud) - Non accennano a placarsi le proteste della popolazione di Hong Kong nei confronti del potere della Cina. Lo scorso 10 settembre, in occasione della partita casalinga della Nazionale contro l'Iran (persa 2-0), i tifosi locali dell'ex enclave britannica avevano fischiato sonoramente l'inno cinese (imposto da Pechino a partire dal 1997 anche nella regione amministrativa speciale) e avevano preferito cantare "God Save the Queen": per questo motivo la FIFA aveva multato la federcalcio hongkonghese con un'ammenda di 4642 euro. Un provvedimento che, come prevedibile, non ha arginato la contestazione geopolitica: l'episodio si è infatti ripetuto nella giornata di mercoledì, a margine di un torneo a Pusan (Corea del Sud) che ha visto affrontarsi proprio Cina e Hong Kong.

Hong Kong, protesta dei tifosi contro la Cina

Quando è stato suonato l'inno cinese prima del match, circa 200 tifosi del "The Strength" hanno ricominciato a fischiare, anche se il tutto è stato accuratamente tagliato dalla regia televisiva. Adesso però quei sostenitori rischiano grosso, dal momento che l'atto è considerato un crimine nel Paese, punibile con 3 anni di carcere. Oltretutto la protesta non si è fermata semplicemente ai fischi al momento dell'inno, ma si è estesa anche sul gol iniziale di Ji Xiang (la partita è finita 2-0 per la Cina), senza contare poi che nel corso di tutta la gara gli hongkonghesi hanno cantato in inglese "We are Hong Kong" e "Glory in Hongkong", ossia i cori utilizzati durante le manifestazioni popolari in favore della democrazia.


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