MEDELLIN (COLOMBIA) - Cristiano Ronaldo compare sulla carta d'identità militare rilasciata dall'esercito colombiano per i giovani della nazione sudamericana. L'incredibile disavventura è capitata al cittadino Diego Godoy: ha ricevuto il documento dalle forze armate colombiane con l'immagine dell'asso portoghese durante la sua permanenza al Real Madrid al posto della sua. Il ragazzo ha condiviso la foto del documento sui suoi social network e descrive con novizia di particolari i vari passaggi che ha dovuto compiere per ottenerlo: dall'elevato costo elevato al lungo iter burocratico.
L'incredibile storia di Diego
Godoy si è rivolto, nel 2022, all'unità di reclutamento ma dopo tre mesi è rimasto sorpreso dal fatto che gli sia stato consegnato un documento con l'immagine di Cristiano Ronaldo senza ricevere una risposta: "Il notebook è digitale, non è nemmeno fisico perché hanno addebitato un importo aggiuntivo. Quando sono andato a scaricarlo ho scoperto che avevano messo una foto di Cristiano Ronaldo. Questo mi ha fatto molto arrabbiare. Ho chiamato il distretto e il soldato mi ha assicurato che l'ho fatto perché l'utente si registra, l'ho fatto, ma non ho mai caricato quella foto", assicura il giovane colombiano. “È molto costoso elaborare il taccuino militare in modo che me lo generino con la foto di Cristiano Ronaldo. Chiedo e mi dicono che non sanno cosa hanno fatto con le mie foto, che devo riprenderle di persona", afferma il giovane in un video condiviso sul suo account TikTok che è diventato rapidamente virale. In Colombia il servizio militare è obbligatorio per i giovani di età superiore ai 18 anni ma si può evitare pagando 1,6 milioni di pesos colombiani, circa 333 dollari, una cifra estremamente alta per molti giovani.
Godoy nei guai: il precedente
Dopo che l'incidente è diventato virale sui social network, l'esercito colombiano ha contattato Godoy accusandolo di aver caricato le foto di Cristiano Ronaldo nel database del servizio militare. “Il Sindaco del distretto militare mi ha già contattato, solo grazie alle pressioni dei social network, perché prima non aveva risposto ai miei messaggi. Sta per cambiare la mia foto, ma mi assicura che è colpa mia. Insomma, non danno per scontato niente". Dal canto suo, l'esercito colombiano ha rilasciato un comunicato in cui chiariva che il giovane aveva iniziato il suo iter per ottenere il documento già nel 2016 e che all'epoca aveva caricato sette foto che non gli appartenevano.