Bayern, che attacco alla Juve sfaticata: la frecciata di De Ligt

Appena arrivato in Germania, l’olandese si è lasciato andare a parole taglienti verso il suo ex club
Bayern, che attacco alla Juve sfaticata: la frecciata di De Ligt© EPA
Filippo Bonsignore
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TORINO - C’eravamo tanto amati. Il matrimonio tra De Ligt e la Signora si è chiuso clamorosamente dopo tre anni ma, a dispetto dei messaggi di gratitudine e di ringraziamento postati sui social, l’olandese non ha perso tempo per punzecchiare il suo vecchio club. Il rapporto con la Juve non era più così idilliaco se, appena arrivato in Germania, non ha lesinato parole taglienti. «Non è stato così difficile convincermi a passare al Bayern Monaco. In un club come questo devi fare di più e so che potrò segnare più gol rispetto a quanto fatto con la Juve». Un’altra dichiarazione, poi, riguardante il suo nuovo allenatore, era sembrata invece una frecciata a Massimiliano Allegri: «Nagelsmann ha dimostrato che i giovani con lui possono crescere. Io mi vedo ancora come tale e voglio migliorare». L’ultima considerazione in ordine di tempo è arrivata per interposta persona, proprio attraverso il tecnico del Bayern: «Ho parlato con Matthijs dopo l’allenamento e mi ha detto che la sessione odierna è stata per lui la più dura degli ultimi quattro anni - ha detto Nagelsmann -. In realtà è stato un allenamento normale, non così duro; difficile, ma non così tanto...». Si trattava dell’ultima sessione di preparazione negli Stati Uniti per i bavaresi, impegnati come i bianconeri in una tournée oltreoceano che si è appena conclusa con l’amichevole contro il Manchester City, tanto che ieri la squadra ha goduto di un giorno libero. Tutti a ricaricare le batterie tranne proprio De Ligt e Mané, i due nuovi acquisti, che ieri hanno lavorato appena atterrati a Monaco di Baviera. Erano rimaste sufficienti energie, insomma, all’olandese nonostante il volo intercontinentale e la durezza dell’allenamento proposto da Nagelsmann. Che ha rincarato la dose, completando quello che è un attacco ad Allegri, certo, ma anche ai suoi predecessori, Sarri e Pirlo, gli altri due tecnici con cui De Ligt ha condiviso la sua avventura italiana. «Matthijs - ha detto l’allenatore tedesco - non ha giocato molti minuti la scorsa stagione e ho sentito dire che non è facile rimanere in forma in Italia se non giochi molto. Con lui quindi dovremo lavorare tanto». Numeri alla mano, però, la scorsa stagione De Ligt ha giocato 42 delle 52 partite totali della Juve in tutte le competizioni: di queste, 40 su 42 da titolare e 37 per intero.

Anche Ancelotti

Le parole di Nagelsmann sembrano dare ragione a chi come, Fabio Capello, ha spesso sottolineato che il campionato italiano è «poco allenante» in termini tecnici e fisici per le nostre squadre, che poi patiscono il confronto nelle coppe internazionali. In verità alle latitudini bavaresi avevano criticato persino Carlo Ancelotti, che ha guidato il club tedesco, nonostante i mugugni e un esonero all’alba della seconda stagione, alla vittoria di una Bundesliga e di due Supercoppe di Germania. L’osservazione che veniva mossa riguardava proprio i metodi di allenamento del tecnico italiano: gli si imputava infatti che le sue sessioni fossero troppo blande, morbide e con poca intensità nel lavoro. Piccolo particolare: Ancelotti aveva ereditato nel 2016 la panchina da Guardiola e Pep nella sua esperienza era stato accusato dell’esatto contrario… È superfluo ricordare che Carletto, con i suoi metodi, ha appena vinto con il Real Madrid la sua quarta Champions League da allenatore. Mai nessuno come lui.


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