Suarez e la risposta ai due nemici che lo hanno cacciato dal Barça

Ha segnato quattro gol in cinque partite, è il capocannoniere della Liga e vuole aiutare l’Atletico Madrid a vincere il titolo dopo sette anni: applausi e +4 in classifica sul presidente Bartomeu e Koeman, che lo hanno messo alla porta nel Barcellona
Suarez e la risposta ai due nemici che lo hanno cacciato dal Barça© EPA
Stefano Chioffi
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L’indagine dei magistrati sull’esame taroccato per ottenere il passaporto italiano, la battaglia legale con il Barcellona per la buonuscita da dodici milioni e mezzo, le lacrime nel video di saluto ai tifosi catalani e la porta che gli è stata sbattuta in faccia dal presidente Bartomeu e da Koeman. Agosto e settembre sono stati mesi di tempeste per Luis Suarez. Dopo sei stagioni e 198 gol con la maglia blaugrana, è stato trattato dai dirigenti solo come un costo da eliminare. Neppure l'alleanza con Messi è servita a salvare la sua conferma e a spingere Bartomeu a fare retromarcia. La versione ufficiale? Koeman ha considerato il centravanti uruguaiano inadatto al suo calcio, ai suoi schemi, al suo modulo. Tutto qui, una spiegazione gelida e telegrafica.

La cicatrice rimane, proprio come l’amicizia sacra con Messi. Per il resto, Suarez ha sposato l’Atletico Madrid e i progetti del Cholo Simeone. Risultato? Continua a segnare, a 33 anni, con una regolarità impressionante: è il capocannoniere della Liga con quattro gol, insieme con Ansu Fati (classe 2002, clausola da 400 milioni nel Barcellona) e Paco Alcacer (bocciato in passato dai blaugrana, protagonista in Germania nel Borussia Dortmund e diventato ora la stella del Villarreal, allenato da Unai Emery).

Suarez non manca solo a Messi e al popolo del Camp Nou, ma anche a un Barcellona che in campionato è dodicesimo: solo un punto nelle ultime tre giornate, -4 dai “colchoneros” e -6 dal Real e dal Granada, primi in classifica. Quattro gol in cinque partite: la media di uno ogni 77 minuti. Simeone ha in tasca la carta decisiva per provare a vincere con l’Atletico la seconda Liga della sua carriera di allenatore, dopo la festa del 2014. Insieme, il Cholo e Suarez, possono approfittare del conflitti interni e del piano di austerity del Barcellona e del Real.


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