Addio Zidane: "Nessuna fiducia dal Real. Ferito da alcuni messaggi"

Il tecnico francese ha scritto una lunga lettera nella quale sviscera tutti i motivi che lo hanno spinto a lasciare la guida tecnica dei Blancos
Addio Zidane: "Nessuna fiducia dal Real. Ferito da alcuni messaggi"
6 min

A pochi giorni dall'addio al Real Madrid, Zinedine Zidane ha deciso di scrivere una lunga lettera nella quale spiega tutti i motivi che lo hanno portato alla decisione di lasciare la guida tecnica del Real Madrid. Un messaggio ai madridisti e non solo, pubblicato in esclusiva dal quotidiano spagnolo AS. Ecco le parole del tecnico francese.

Zidane e la sua storia al Real Madrid

"Cari madridisti, per vent'anni, dal primo giorno in cui misi piede nella città di Madrid e indossai la maglia bianca, mi avete mostrato il vostro amore. Ho sempre pensato che ci fosse qualcosa di speciale tra di noi. Ho avuto il grande onore di essere giocatore e allenatore del più grande club della storia. Per questo ho voluto scrivervi questa lettera per salutarvi e spiegarvi la mia decisione di lasciare la panchina. Quando a marzo 2019 ho accettato di tornare dopo una pausa di circa otto mesi, l'ho fatto perché me lo chiedeva il presidente Florentino Pérez, certo, ma anche perché me lo chiedevate voi ogni giorno. Quando vi incontravo per strada sentivo il supporto e la voglia di riprendere in mano le redini della squadra. Perché condivido i valori del Madridismo, questo club appartiene ai suoi tifosi, ai suoi membri, al mondo intero. Ho cercato di trasmettere questi valori in tutto ciò che ho fatto, ho cercato di essere un esempio. Passare vent'anni al Real è stata la cosa più bella che mi sia capitata nella mia vita e so che lo devo esclusivamente a lui, a Florentino Perez, che scommise su di me nel 2001 lottando per farmi venire nonostante l'opinione contraria di qualcuno. Lo dico col cuore, sarò sempre grato al presidente per questo. Per sempre".

Real Madrid, Zidane spiega i motivi del suo addio

"Adesso ho deciso di andare via e voglio spiegare bene i motivi. Me ne vado, ma non mi butto giù dalla barca perché sono stanco di allenare. A maggio 2018 me ne andai perché, dopo due anni e mezzo con tante vittorie e tanti trofei, sentivo che la squadra aveva bisogno di un nuovo progetto per rimanere al top. Oggi le cose sono diverse. Me ne vado perché sento che la società non mi dà più la fiducia di cui ho bisogno, non mi offre il supporto per costruire qualcosa a medio-lungo termine. Conosco il calcio e le esigenze di un club come il Real, so che quando non vinci devi andartene. Ma qui una cosa molto importante è stata dimenticata, e cioè tutto quello che ho costruito quotidianamente, il mio contributo nel rapporto con i calciatori, con le 150 persone che lavorano vicino alla squadra. Io sono un vincente nato e sono stato qui per portare a casa trofei, ma al di là di questo ci sono gli esseri umani con la loro vita e le loro emozioni: ho la sensazione che queste cose non siano state valorizzate, che non si sia capita l'importanza di mantenere le dinamiche che rendono grande una società. E, in un certo senso, sono stato anche rimproverato".

Zidane: "Chiedevo un po' di memoria"

"Voglio rispettare ciò che abbiamo fatto insieme. Mi sarebbe piaciuto che negli ultimi mesi il mio rapporto con la società e con il presidente fosse stato un po 'diverso rispetto a quello con altri allenatori. Non chiedevo privilegi, ovviamente no, ma un po' più di memoria. Oggi la vita di un allenatore sulla panchina di un grande club è di due stagioni, o poco più. Per durare più a lungo i rapporti umani sono essenziali, sono più importanti del denaro, più importanti della fama, più importanti di tutto. Bisogna prendersi cura di loro. Ecco perché mi ha fatto molto male quando ho letto sui giornali, dopo una sconfitta, che mi avrebbero fatto fuori se non avessi vinto la partita successiva. Ha ferito me e tutta la squadra perché questi messaggi trapelati intenzionalmente ai media hanno creato interferenze negative con lo staff, dubbi e incomprensioni. Per fortuna allenavo dei ragazzi meravigliosi che erano pronti a morire con me. Quando le cose si mettevano male mi hanno salvato con grandi vittorie. Perché credevano in me e sapevano che io credevo in loro".


© RIPRODUZIONE RISERVATA