"Caso Negreira? Non ne sapevo nulla". Sono le parole di Gerard Piqué, ex difensore del Barcellona e attualmente presidente della Kings League, ai microfoni di RAC1. Lo spagnolo, tra i diversi temi trattati, ha parlato anche dello scandalo legato al club blaugrana, che avrebbe pagato fino a 7 milioni complessivi tra il 2003 e il 2018 all'allora vicepresidente del Comitato tecnico degli arbitri.
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Piqué: "Ci metto la mano sul fuoco"
"Questa domanda è più per l'allenatore e lo staff tecnico - prosegue Piqué -. I giocatori conoscono già gli arbitri, gli allenatori che vengono da fuori potrebbero aver bisogno di aiuto. Non so se il suo lavoro era quello di essere un aiutante. Noi comunque eravamo fuori da questa cosa, non ne sapevamo nulla. Non ho mai incontrato né lui, né il figlio. Non credo che il Barcellona abbia comprato gli arbitri, ci metterei la mano nel fuoco. Il club gli ha pagato uno stipendio anziché fare qualcosa di nascosto, non ha senso. Sono le solite cospirazioni contro di noi, ci siamo abituati".
Piqué: "Mourinho? Noi eravamo i migliori"
Piqué ha parlato anche di Mourinho. Il tecnico portoghese si scagliò proprio contro i blaugrana durante il suo periodo al Real Madrid. Celebre la frase dopo la sconfitta in semifinale di Champions League: "Se dico quello che penso e quello che sento, la mia carriera finisce oggi. E poiché non posso dire quello che sento, lascio solo una domanda e spero un giorno di ottenere la risposta: perché?". Questa la risposta di Piqué: "Non c'è bisogno di dire nulla. Per loro controllavamo le partite, i campionati, le coppe. La verità è che noi eravamo di gran lunga superiori, non dipendevamo dall'arbitro nel bene e nel male. In quegli anni vivevamo un periodo d'oro. È un caso che la Procura sta esaminando e deve essere studiato".