Guardiola giura amore al City: "Non c'è posto migliore per allenare"

Così il tecnico catalano: "In qualsiasi posto, se non vinci, i tifosi rumoreggiano. Nessun Paese è come l'Inghilterra: qui ti incoraggiano sempre"
Guardiola giura amore al City: "Non c'è posto migliore per allenare"
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MANCHESTER (Inghilterra) - La telenovela Pep Guardiola potrebbe essere davvero ad un passo dalla sua conclusione. Se le smentite del Manchester City erano giunte puntuali a più riprese, è lo stesso tecnico catalano, in un'intervista esclusiva pubblicata dall'account Twitter del club inglese, a giurare amore ai Citizens e, più in generale, alla Premier League: "Penso che non ci sia posto migliore nel mondo per fare questo mestiere come l'Inghilterra. Posso fare un paragone con Spagna e Germania. Non sono stato in altri Paesi che potrebbero essere simili. Se dovessi andare in Italia, sarebbe simile alla Spagna, ma non c'è posto migliore. In altri posti i tifosi fischiano se non vinci, qui il tifo non viene mai meno. Io ho una maglia blu, sono uno di voi".

"La Premier League è il campionato più difficile al mondo"

In questo momento siamo uno dei gruppi più felici al mondo, è incredibile quello che abbiamo fatto. È stato uno dei risultati più importanti della mia carriera, specialmente per come è arrivato. Prima che arrivassi la gente diceva sempre che la Premier League è il campionato più difficile e quando sei qui capisci perchè. C’è un calendario fittissimo, gli avversari sono di grandissima qualità, è un torneo molto fisico, bisogna giocare in condizioni meteo particolari”.

"Il meglio deve ancora venire"

"Il Liverpool è stato un grande avversario, sono stati fantastici ma noi lo siamo stati di più. Siamo stati continui e concreti. La nostra idea è quella di giocare sempre con la palla, a livello difensivo la priorità è recuperarla. Conta quelle che sono le nostre idee, senza pensare all'avversario. Questo è un club che crede in un determinato tipo di gioco, crea in un'idea di calcio. Indipendentemente da quello che dice il campo, se è vittoria o sconfitta. Con me o senza di me. Ricordo che il primo anno fu difficile: fummo sconfitti in Champions dal Monaco, in Premier League non andavamo bene, ma continuavamo ad avere il supporto della gente. Ciò che ho sentito non lo dimentico, conosco questo lavoro e so che ora è più facile stare con me. Abbiamo tutti bisogno di tempo, ma non dimentico l’aiuto che ho avuto. Sono felice di premiare la fiducia che hanno avuto in me e nei miei giocatori. Il meglio deve ancora arrivare”.


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