Mourinho si presenta: "Mai al Tottenham? Era prima che il Chelsea mi licenziasse"

Gli Spurs hanno presentato il loro nuovo tecnico: "Perché è stata persa la finale di Champions anno scorso? Non so, a me non è mai capitato..."
Mourinho si presenta: "Mai al Tottenham? Era prima che il Chelsea mi licenziasse"
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LONDRA (INGHILTERRA) - Oggi è il giorno della conferenza stampa di presentazione di Josè Mourinho come nuovo allenatore del Tottenham. Lo Special One alle 15 ha parlato per la prima volta ai media dal momento in cui ha intrapreso questa nuova avventura con il club londinese. Ieri la società aveva sciolto ogni dubbio, annunciando il portoghese come successore di Mauricio Pochettino. Mourinho, dunque, si è rimesso in gioco dopo quasi un anno dall'addio al Manchester United. Per lui contratto fino al 2023 a 17,5 milioni all'anno.

L'ex Inter non ha perso tempo, e già ieri aveva espresso tutto il proprio entusiasmo per l'inizio della nuova avventura: "Sono entusiasta di entrare a far parte di un club con un patrimonio così grande e sostenitori così appassionati. La qualità sia nella squadra che nell'accademia mi entusiasma. Lavorare con questi giocatori è ciò che mi ha attratto". 
Mourinho esordirà sulla panchina del Tottenham già sabato nel match di Premier League contro il West Ham. Il portoghese sarà chiamato a raddrizzare una stagione iniziata male, con gli Spurs che fino ad ora hanno conquistato solo 14 punti in 12 partite e occupano il 14° posto in classifica.

Mourinho si presenta agli Spurs e ringrazia Pochettino

José Mourinho è arrivato, la conferenza può iniziare. Prima di tutto però il portoghese vuole spendere alcune parole per il suo predecessore, Pochettino: "Devo congratularmi con lui per il lavoro che ha svolto. Questo club sarà sempre la sua casa. Può venire quando vuole. Quando gli mancheranno i giocatori, quando gli mancheranno le persone con cui ha lavorato. La porta è sempre aperta per lui. Ritroverà la felicità. Troverà di nuovo un grande club. Avrà un grande futuro". Dopo aver scherzato con un suo ormai ex collega giornalista - "So che vorreste tenermi con voi, ma allenare è la mia vita" - Mou inizia a rispondere alle domande. La prima è sul perché abbia scelto il Tottenham: "Sono convinto che la mia scelta sia stata fantastica. In una scala da 1 a 10? Dieci. Il lavoro? A volte i risultati determinano queste decisioni. Non direi che il mio lavoro debba cambiare troppo le cose, non c'è bisogno di rivoluzioni. Parliamo di un club è enorme, mi ha convinto il progetto che mi ha prospettato Levy. So di avere potenzialmente un ottimo lavoro tra le mani".

Dopo 11 mesi di "studio", un Mou ancora più forte

Il periodo trascorso lontano dai campi di gioco, per il tecnico portoghese ha rappresentato un momento della sua vita in cui si è potuto prendere del tempo per migliorare: "In questi undici mesi mi sono aggiornato e ho studiato. Questo non significa che io abbia perso la mia identità, il mio DNA. Ho elaborato i miei errori del passato, penso di essere più forte. A livello emotivo sono pronto, credo che i giocatori lo abbiano capito. Sanno che nella vita ci sono dei periodi diversi e io sono in uno di quelli in cui la cosa principale è il bene collettivo". Il Mourinho arrivato al Tottenham, insomma, potrà dare qualcosa di unico rispetto al suo passato: "Non commetterò gli errori del passato, magari ne farò di nuovi. Sono rilassato, motivato e penso che i ragazzi lo abbiano percepito. Sono qui per supportare il loro lavoro e sono abbastanza umile da analizzare la mia carriere per intero, non solo l'ultimo anno. Questa pausa mi ha fatto bene. Mi ero un po' perso, ora invece mi sento addirittura più esperto".

Nuovo Mou, ma stessa vecchia ambizione

Mourinho dice di essere diverso, migliore. Ma l'ambizione è sempre la stessa: "Se non vinco, non sono mai contento. Questa cosa non posso cambiarla. Se sei felice quando perdi una partita, diventa complicato essere un vincitore nella tua carriera in generale. Il controllo emotivo per mantenere alta l'autostima e la fiducia è molto importante". Sul fatto di essere arrivato al Tottenham, poi, il portoghese risponde così: "Io penso di essere "mister Porto", o "mister Real Madrid", ma anche "mister Inter, mister Chelsea, mister Manchester United"... Sono semplicemente il mister del club in cui mi trovo, indosso e dormo con il pigiama della mia società di appartenenza. Sono un uomo di club, è vero. Ma un uomo di molti club".

Giocatori in scadenza e rinforzi a gennaio

Sulla situazione di Eriksen, in scadenza a giugno, Mou non intende esporsi: "Non voglio parlarne adesso. Voglio solo che i giocatori si sentano bene, che siano felici e desiderosi di combattere per la squadra. Nella vita poi bisogna scegliere cosa ci rende felici". Anche quando gli viene domandato se la squadra necessiti di rinforzi, il portoghese risponde che al momento punta solo sulla rosa a disposizione: "Un regalo a gennaio? Il miglior regalo sono i giocatori che ho già qui. Non ho bisogno di altro, devo solo conoscere meglio quelli che ci sono. Li conosco bene, ma non puoi dire di conoscere abbastanza bene una squadra finché non ci lavori insieme. Ai ragazzi la prima cosa che ho detto è che sono venuto qui per loro. Alcuni di loro ho anche provato a comprarli quando lavoravo altrove, con altri non ci ho nemmeno provato perché sarebbe stato impossibile".

Le nuove idee tattiche per gli Spurs

A livello tattico Mourinho rimane coerente con la sua premessa. Non ci saranno vere e proprie rivoluzioni, ma solo un graduale adattamento dal vecchio sistema alle sue nuove indicazioni: "Giocheremo in un modo molto simile al precedente, proverò ad aggiungere qualcosa di volta in volta. I dettagli possono fare la differenza. Gradualmente cercheremo di arrivare alla giusta impronta per questa squadra. Lo stile di gioco deve adattarsi alla cultura del club e ai giocatori che ci sono". Poi, sulle sue precedenti dichiarazioni - "Non allenerò mai il Tottenham" - ai tempi in cui era manager del Chelsea, Mou ha sdrammatizzato con una battuta: "Sì, l'ho deto. Ma era prima che venissi licenziato...". Si passa agli obiettivi, che almeno nel breve periodo non contemplano vittoria della Premier League: "Possiamo vincerla, certo. Ma non quest'anno. Dalla prossima stagione potremo vincerla. Non ho detto che la vinceremo, ma che ci proveremo. Perché è stata persa la finale di Champions League l'anno scorso? Questo non posso saperlo, non ho mai perso una finale di Champions League". Mou sorride anche quando gli viene domandato se tornerebbe mai al Chelsea per la terza volta: "Se dovesse capitare, sarebbe per vincere un altro titolo, visto che è quello che è sempre accaduto finora".

La "visione" del club secondo il lusitano

La conferenza stampa di Mourinho si conclude con un discorso motivazionale e ad effetto, fondanto sul concetto di visione: "Il potenziale del club è enorme, eccezionale. La visione che il signor Levy ha messo di fronte a me e la qualità dei giocatori, della squadra, sono stati i motivi principali per cui ho deciso di venire. Vincere rientra nel concetto di questa visione. La visione è lo stadio che abbiamo, la visione è mantenere i giocatori migliori, la visione è affidarsi a un manager della mia esperienza. Ma ripeto: non è di me che si tratta. Prima di tutto viene il club".

 


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