Coming Out, Adcock: “Ci sono ancora barriere da abbattere”

L'arbitro inglese, quarto uomo in Premier League, non si nasconde: “Molti temono che rovini la carriera, ma non è così"
Coming Out, Adcock: “Ci sono ancora barriere da abbattere”
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Nella giornata dedicata al coming out, James Adcock, arbitro in Championship e quarto uomo in Premier League, è uscito allo scoperto e ai microfoni del podcast sportivo Lgbt della Bbc ha invitato i colleghi, e più in generale gli sportivi, a non nascondere la propria sessualità e a dichiararsi: “La gente sa che sono gay e lo accetta: sono fortunato per questo”, ammette. Dai campi di periferia alla Premier League, un destino segnato per il 37enne figlio d'arte. “Tutta la mia vita è ruotata intorno allo sport e al fitness. Ho cominciato per seguire le orme di mio padre”, rivela Adcock. 

L'appello di Adcock

Il fischietto inglese, però, racconta di aver avuto solo esperienze positive da quando si è dichiarato: “Ora tutti i miei colleghi lo sanno. C’è stato interesse, c’è stato chi mi ha detto 'sono orgoglioso di te James, che sei in grado di essere apertamente gay nello sport', perché sanno che ci sono ancora barriere da abbattere. Ma non sono mai stato vittima di insulti omofobi”. Adcock, il primo a fare coming out dopo Ryan Atkin, dichiaratosi nel 2017, lancia poi un appello ai colleghi: “Molti arbitri pensano di non poter uscire allo scoperto perché potrebbe influenzare la carriera. Ma non sei giudicato dalla tua sessualità e se sei abbastanza sicuro di te stesso, avrai tutto il sostegno di ogni collega e non ti influenzerà. Dichiararsi gay o non dichiararsi gay è una scelta che devi fare come persona, non come arbitro. Trattami come tratteresti chiunque altro - continua -. Sei lì come tifoso, giocatore o allenatore e mi giudichi sulle mie prestazioni. Questo è ciò su cui vengo giudicato. Non arbitro perché sono gay, ma solo perché sono arbitro”.


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