Napoli, maxi offerta per Emery: 22 milioni

De Laurentiis in Spagna per tentare il tecnico del Siviglia: triennale da 3,5, più la penale per liberarlo
Napoli, maxi offerta per Emery: 22 milioni© EPA
Antonio Giordano
3 min

NAPOLI - Viva la Spagna: ch’è la nuova frontiera, il calcio di questo Terzo Millennio, mica solo il Barça e il Real, mica solo furie rosse e Mondiali ed Europei, mica solo il tiki-taka, ma anche il Siviglia, Unai Emery e quella sfida senza frontiere da percorrere “sin prisa, sin pausa” per lasciarsi alle spalle quel velo (robusto) d’amarezza, per (ri)cominciare in fretta, immediatamente, perché il tempo è prezioso. Viva la Spagna, ch’è seduttiva (calcisticamente), ch’è affine a Napoli innanzitutto a Siviglia, che ha colori simili e una passione identica, ch’è l’ultima tentazione di Aurelio De Laurentiis, impavidamente proiettato a spingersi oltre, a lanciarsi nel futuro per dare un senso - anche ideologico - a ciò ch’è appena stato il suo Napoli, per rimuovere la tristezza ch’è rimasta dentro e che va scacciata via all’alba, salendo alle nove e trenta su un volo privato per provarci. E in che modo.

ECCOMI QUA - La Champions (i preliminari) è una ferita da rimarginare all’istante, cicatrizzandola con un annuncio choc, presentandosi a Madrid da Jorge Mendes (Sua Maestà dei procuratori, il manager di Cristiano Ronaldo, quello di Mourinho) per scuoterlo assieme ad Unai Emery, rientrato dal Marocco e convocato per ascoltare in diretta la proposta “indecente” che De Laurentiis ha in testa: triennale da tre milioni e mezzo di euro netti (e bonus compresi), allestimento d’una squadra che sappia - debba - essere competitiva, pagamento della penale al Siviglia di un milione e mezzo e dunque un’operazione complessiva da ventidue milioni per “mister Europa League”, l’uomo che nell’albo d’oro della vecchia Coppa Uefa ha preso il posto, toh, di Rafa Benitez, vincitore nel 2013 con il Chelsea prima di volare a Napoli. Si prefigura un affare economicamente mostruoso per testimoniare la volontà di resistere a certi livelli e di inseguire il successo attraverso una figura emergente del calcio.

LA SVOLTA - Emery è l’idea dell’ultima ora, quella che ha cominciato a concretizzarsi mercoledì sera, dopo il trionfo del Siviglia a Varsavia contro il Dnipro (ma non per quello), la conclusione logica d’un percorso che mira anche a contenere i danni ambientali d’una insoddisfazione e che insegue un totem dietro il quale starsene in attesa degli eventi, del mercato, del processo di rinnovamento che prevede altro. Emery è la nuova figura autorevole - e pure vincente - da opporre all’addio di Benitez, l’evoluzione d’una filosofia che prevede l’europeizzazione, la prova provata che nel calcio (nella vita) ci sono bugie di comodo con le quali nascondere se stesso, perché appena giovedì, durante la conferenza stampa congiunta con l’ormai ex allenatore, De Laurentiis s’era rifugiato in una frase utile per provare a depistare, fingendo di «pensare all’internazionalizzazione» ma senza la necessità di emigrare. Invece Emery è già spuntato, gli ha telefonato, ha ottenuto almeno la disponibilità al dialogo, ha provveduto ad organizzare un appuntamento per lunedì mattina, decollo all’alba, proprio Benitez - su un altro charter - sta per andare da Capodichino a Madrid. Le convergenze parallele.

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