Napoli: ecco chi è Emery, il nuovo re di coppe

Il tecnico del Siviglia è laureato in Gestione aziendale e ha vinto le ultime due Europa League. Il suo calcio è spinta e lucidità
Napoli: ecco chi è Emery, il nuovo re di coppe© EPA
Andrea Santoni
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ROMA - Nato nel lembo del Nord più estremo della Spagna, a un solo salto dalla Francia, Unai Emery Etzegoien, basco di confine, è diventato un grande d’Europa lontano dalla sua terra di origine, germogliando nel grande Sud iberico, aiutato dal mare. Almeria, Valencia, tappe fondamentali della sua carriera, ne sono la prova (lo stesso, al contrario, vale per l’unico inciampo, a Mosca...). Vero che Siviglia né è fisicamente priva ma non serve arrampicarsi sulla Giralda per avvertirne il profumo e la forza che risale il Guadalquivir. E Emery il caratterere impetuoso e determinato ereditato dal suo mar Cantabrico lo ha sfruttato per scalare la montagna incantata del calcio. Dieci anni ci ha impiegato, partendo basso, lì dove aveva chiuso una carriera davvero marginale, da difensore-centrocampista, a Lorca. Negli anni in cui le Furie Rosse diventavano potenza mondiale, Emery come ogni ex giocatore senza storia che voglia emergere in panchina, lavorava come un matto, studiando, approfondendo e ottenendo risultati, apprezzamento dei colleghi, interesse dell’ambiente. La paternità, il matrimonio, la laurea in Gestione e amministrazione di aziende sportive ne hanno fatto un uomo maturo, non solo uno degli allenatori più giovani della storia del calcio spagnolo. Promozioni eppoi salvezze fino alla grande chance a Valencia, tenuta economicamente a galla con i suoi terzi posti nella Liga, con vista Champions. 


MERCATO NEMICO - Ecco, se c’è una costante della sua carriera è quella di aver ottenuto grandi successi a dispetto del mercato. A Siviglia in due stagioni il fenomenale diesse Monchi gli ha venduto top player per un valore totale di oltre 90 milioni di euro, reinvestendone poco più di un terzo su nomi emergenti. Eppure a fine stagione, oltre a due quinti posti sono arrivate due Europa League. Due anni fa partirono Negredo, Jesus Navas, Kondogbia (tutti colpi tra i 20 e i 25 milioni) più Medel (13) e Luis Alberto (8) per far posto a Gameiro (7,5), Bacca (7), Iborra (6), Vitolo (3,2) più Mbia in prestito, overo l’ossatura della squadra due volte campione dell’Europa “minore”. Questa stagione era iniziata con gli addii milionari di Rakitic e Moreno (36 milioni totali) e con gli ingressi di Krychowiak (5,5), Kolo (3), Aleix Vidal (3) e Banega (2,5), ovvero gli altri eroi della seconda Europa League.

 

SCHEMI, CUORE E LIMITI - L’allenatore per parte sua ha carattere magnetico, grande capacità mediatica e precise idee tecniche. Il suo schema preferito è il 4-2-3-1. Soffermandosi sul suo secondo Siviglia, il triangolo che sorregge la squadra è formato dai due mediani bassi, Mbia e Krychowiak con Banega regista alto, tra le due linee avversarie. Fondamentali spinta e raddoppi esterni, ampiezza e naturalmente la forza e la capacità in zona gol di Bacca, portato a livelli di top player assoluto (28 gol, e 10 assist in 56 partite). C’è meno calcio spagnoleggiante in lui che in Montella, per dire. Però la squadra qualcosa dietro concede: segna molto, subisce molto (la scorsa stagione la sua difesa fu la decima della Liga). Soprattutto in campionato ha patito sempre i big match (contro Real, Barça e Atletico 13 ko, 4 pari e un solo successo). Aiutato dal fedele vice, Juan Carlos Carcedo Mardones, con lui dai tempi dell’Almeria, e dall’analista Victor Mañas, Emery ama pensarsi come direttore di orchestra pienamente partecipe (seguirlo a bordo campo è uno spettacolo nello spettacolo). Un ultimo particolare: prima di Siviglia-Fiorentina, un mese fa, ne abbiamo seguito l’inizio dell’allenamento di rifinitura. Non un semplice torello: tutta la squadra in cerchio, stava abbracciata mentre i tre giocatori in mezzo dovevano recuperare la palla tenendosi per mano. Un’istantanea significativa che dice molto dell’idea di calcio di Emery.
 


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