Nazionale, ecco Ventura: «Grazie Conte, resteremo protagonisti»

La presentazione del nuovo commissario tecnico dell'Italia: «Cultura del lavoro e conoscenze l'eredità da cui partire»
4 min

ROMA - "Sono felice di essere qui ed orgoglioso di essere stato scelto per allenare una delle nazionali più importanti. Ringrazio Antonio Conte che mi ha lasciato una squadra con delle conoscenze, una cultura del lavoro. Per questo parto leggermente avvantaggiato, ho scoperto che con la nazionale c'è pochissimo tempo. Sono comunque convinto che possiamo ritagliarci uno spazio da protagonisti". Queste le prime parole del nuovo ct azzurro, Giampiero Ventura, nella conferenza stampa di presentazione a Coverciano.

"Grazie al presidente Tavecchio che mi è stato vicino in questo periodo, grazie Conte che mi ha lasciato una squadra con delle conoscenze, con la cultura del lavoro che sono le cose che mi hanno accompagnato nel mio percorso calcistico", ha aggiunto Ventura. "Nello stesso tempo c'è consapevolezza che attraverso l'organizzazione, l'unione si possono raggiungere risultati importanti, anche importantissimi. C'è la possibilità di ritagliarci spazio da protagonisti. Abbiamo grande voglia e sappiamo che per grandi obiettivi c'è bisogno di tutti. Noi abbiamo voglia di essere e diventare protagonisti con la squadra. C'è stato un riavvicinamento alla nazionale da parte della gente e questo, insieme con gli obiettivi sportivi, è un punto molto importante".

OBIETTIVI - «Dobbiamo qualificarci per il Mondiale. La base di partenza è quella dell'Euorpeo e i giovani verranno inseriti con cautela, ci vuole attenzione. Sono un loro sponsor, cercherò di farli diventare lo zoccolo duro della nazionale. Il nostro movimento oggi offre molti esterni, il 3-52 li penalizza. Ma è chiaro che conta soprattutto il risultato. Cercherò di sfruttare il loro talento. Un calcio organizzato può essere migliorato nei dettagli, questo è il mio obiettivo. Barzagli? Gli parlerò, ma se vogliamo dare continuità a quanto fatto da Conte è un giocatore fondamentale». E su Pellè, trasferitosi in Cina: «È da valutare, parlerò con lui e con gli altri 22 dell'Europeo. Voglio capire se ha un senso, la Cina è lontana». Il discorso si sposta anche su Mario Balotelli: «Se gioca e fa il professionista è come tutti gli altri. Tecnicamente non si discute, ma deve lavorare su se stesso».

CONTRATTO - «La Federazione eredita il contratto che avevo con il Torino, non guadagno un euro in più. Le mie vittorie sono state i giovani lanciati in azzurro. Non ho vinto dei titoli e bisogna anche considerare le squadre che ho allenato. I miei successi li ho centrati, come far rinascere dei giocatori o permettere ai club di fare delle plusvalenze importanti. Non vedo l'ora di iniziare, ho sempre creduto nelle potenzialità del nostro calcio. L'organizzazione vale più del singolo e l'aspetto tattico è sempre più prioritario. Per questo, talvolta, seguo la prassi dell'allenamento a porte chiuse. All'Europeo sono stati convocati quasi tutti i convocabili, questo è il problema del nostro calcio».

SU CHI PUNTARE - «Aspettiamo Marchisio, Verratti e Perin. Sono nomi importanti. E anche Donnarumma può diventare un giocatore importante. Romagnoli è un giocatore proiettato nel futuro e deve dimostrarlo sul campo. Lippi? Mi dispiace che non sia potuto diventare direttore tecnico. Questo, però, non deve essere un alibi. Guardiamo avanti. Vogliamo stupire, sono curioso e voglioso di iniziare. Stiamo realizzando dei video sui punti forti e sugli errori commessi all'Europeo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA