CASTEL VOLTURNO - Il tormento per l’estasi: perché fu amore a prima vista, una debolezza fulminante. La primavera del 2016, quando Aurelio De Laurentiis, alla vigilia di Villarreal-Napoli, pubblicamente lo confessa: «Se devo dire chi mi preoccupa, e chi mi piace, di questa squadra, non ho problemi: è Denis Suarez». E il bambino prodigio, all’82’ minuto, sistemò il pallone dove indicò l’arbitro, spostò gli amici & i compagni, osservò la barriera e Pepe Reina e lasciò che De Laurentiis restasse inchiodato alla poltrona, stupito (ma non troppo) per quella parabola perfidamente deliziosa che s’andò ad incastrare all’incrocio dei pali o giù di lì. Denis Suarez è l’amabile ossessione di ogni tornata di mercato (lui e Federico Chiesa, verrebbe da dire) ed è rimasto tale nel tempo: il Napoli ci ha provato anche l’anno scorso e poi ha fatto domanda - indiretta - poco prima che si avvicinasse il mercato di gennaio. Niente da fare, ma nulla è impossibile, men che meno la resa. [...]
CAMP NOU - Però nelle considerazioni vanno inseriti passaggi decisivi: non è semplice staccarsi dal Barcellona, dal Camp Nou, da ciò che è «més que un club»; e, contemporaneamente, non è neppure gratificante rimanere troppo spesso a guardare. Denis Suarez è ancora un ragazzino - ventiquattro anni compiuti a gennaio - è un genietto che incanta, che sa sedurre e infatti il Napoli lo tiene in cima alla propria lista e ci riproverà. Consapevole che non sarà semplice, ma anche deciso a provare a scardinare le ritrosie del passato.
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